Epifani? Il prodotto di un’alleanza ‘naturale’ tra Pd e Berlusconi

di Pietro Ancona

L’elezione di Guglielmo Epifani è avvenuta con l’85 per cento dei voti del Consiglio Nazionale del PD. Una maggioranza bulgara che raramente si registra per la elezione di un segretario. Eppure è sembrata una maggioranza morta, senza anima, senza entusiasmi, rassegnata.

Esemplare a questo proposito il commento di Rosy Bindi: “L’ho votato fino al congresso”. Il PD si è cavato il dente della elezione del segretario. Non poteva stare senza. Questo va bene come poteva andare bene chiunque altro incapace di gettare un’ipoteca, un’ ‘Opa’ sul futuro del Partito. Epifani è stato scelto perché, in definitiva, è considerato una specie di estraneo.

E’ stato sottolineato il fatto che è un ex socialista, nonostante sia iscritto al PD da molti anni e che il PSI dal quale proviene non c’è più. ( sinistra, il nuovo segretario del PD, Guglielmo Epifani: fto tratta da europaquotidiano.it)

La questione politica più importante che il Consiglio aveva davanti e cioè del Governo con Berlusconi è stata affrontata senza grandi travagli interiori. Il Governo è necessario perché la situazione dell’Italia è drammatica e tale da non consentire un vuoto di potere.

Nessuna analisi sul modo come si è arrivati alla scelta del Governo Letta, di fatto imposto da Napolitano come condizione per la sua rielezione a presidente della Repubblica.

La morale del popolo del PD è stata posta davanti al fatto compiuto dell’alleanza con il Cavaliere tanto criminalizzato e vituperato per anni. Ma non è detto che tra le migliaia di quadri intermedi del PD ci sia stato scandalo.

La nomenclatura del PD ha accolto senza battere ciglio, come si trattasse di cosa scontata, l’alleanza con il Cavaliere. Cavaliere che fa danzare Letta al suono delle sue scudisciate. Per ora concentrate sull’Imu. Domani sulla Giustizia o su qualunque altra cosa.

Non è vero quello che sostiene Fassina: alleati di governo con il Pdl, ma alternativi! Non è affatto vero per due ragioni. La prima è che il PD è diventato sempre più intollerante verso alleanze alla sua sinistra. Ha distrutto Rifondazione Comunista che pure fu fedele alleato nel Governo Prodi fino al sacrificio supremo della perdita di gran parte del suo elettorato; ha ridotto ai minimi termini Sel di Vendola che dal dieci per cento che sfiorava prima della firma del patto con Bersani e Nencini è stato portato ad appena il 3,5 per cento.

Ora il PD vede come il demonio il Movimento Cinque Stelle e si è messo in testa di renderlo irrilevante e di farlo distruggere come ha fatto con Italia dei Valori. Il PD è diventato partito di “moderati”. La sua alleanza con Berlusconi è naturale per tutta la sua nomenclatura. Non lo è ancora per parte del suo elettorato che comunque non è tanto sconcertato come sarebbe giusto aspettarsi.

Letta raduna il Governo nell’enclave per miliardari di Spineto. Un luogo per banchieri industriali e politici a rimborso spese. Se PD e Pdl fossero alternativi, come dice Fascina, non farebbero un seminario insieme. Il seminario è un esercizio di omologazione culturale e financo ideologica. Il Governo deve avere la stessa ideologia e perseguire un unico scopo.

Il PD si proclama Partito di governo. Un seminario con i ministri del Pdl e di Monti non può che avere lo scopo di accrescere il tasso di unità tra le tre componenti del Governo. Questa sembra la strada che si è scelta il PD.

Ma questa strada, pur soddisfacendo politiche gradite dall’Unione Europea e dal capitalismo finanziario euroatlantico, allontana il PD dalla popolazione italiana. Ancora in molti ceti medi, medio-bassi e popolari il PD viene percepito come una forza socialdemocratica. Ma questa percezione non durerà a lungo.

Il PD farà concorrenza al Pdl da destra. Non ho dubbi che Epifani dal PD e Susanna Camusso dalla Cgil metteranno la sordina sui bisogni e sulle sofferenze sociali più gravi e si muoveranno soltanto per soddisfare le richieste di Quinzi. Non alzeranno un dito per la crescita anche se ne parleranno molto. La crescita comporta un incremento dei consumi interni che potrebbe avvenire alzando i salari e tutelando le pensioni. Non si sognano di farlo!

Il PD e la Cgil non hanno una proposta politica che sia buona ed utile per i bisogni dell’Italia che ha perduto il 25 per cento della sua produzione industriale e si sta drasticamente ridimensionando come sistema produttivo.

In ogni caso, se trovano una proposta da fare, questa sarà stoppata subito dal Governo. Letta sta dalla parte dello zio e della signora Merkel. Non gli interessa l’Italia: gli interessa fare bella figura davanti l’establishment a cui appartiene.

 

Redazione

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