Vasta operazione antimafia, stamani, in provincia di Enna. I carabinieri del comando provinciale hanno eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare, nell’ambito dell’inchiesta Primavera, coordinata dal procuratore aggiunto Gabriele Paci e dal sostituto Santi Roberto Condorelli della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. Colpito il clan attivo nella zona di Pietraperzia. Le accuse per gli arrestati sono di associazione mafiosa, traffico di droga e detenzione illegale di armi e munizioni. La cosca traeva ricavi anche dall’attività estorsiva su commercianti e imprenditori.
A capo del clan si trovavano i fratelli Giovanni e Vincenzo Monachino, entrambi con alle spalle condanne per associazione a delinquere di tipo mafioso. Accanto a loro operavano Giuseppe Marotta, Giuseppe Piccicuto e Vincenzo Capizzi, negli ultimi anni entrati a pieno titolo nella gestione degli affari del clan, dopo gli arresti degli anni Duemila che avevano messo in ginocchio il gruppo.
Dalle indagini è emersa – oltre alla fitta rete di attività nel campo delle estorsioni e del traffico di stupefacenti – l’ampia disponibilità di armi, con tanto di esercitazioni di tiro organizzate nelle campagne del piccolo Comune dell’Ennese. Il gruppo criminale, che controllava la delinquenza comune, si cimentava anche nella regolazione delle controversie tra privati cittadini e godeva di una rete di contatti che consentiva di conoscere i movimenti delle forze dell’ordine a Pietraperzia.
Nell’operazione sono stati impegnati anche un elicottero del Nucleo di Catania e le unità cinofile. Questo l’elenco degli arrestati: Liborio Bonfirraro, 56 anni, di Pietraperzia, Salvatore Bonfirraro, 48 anni, di Pietraperzia, Salvatore Calvino, 37 anni, nato a Wald, Vincenzo Capizzi, 37 anni, di Enna, Claudio Di Blasi, 39 anni, di Enna, Giuseppe Marotta, 57 anni, di Pietraperzia, Vincenzo Monachino, 49 anni, di Caltanissetta, Giuseppe Piccicuto, 48 anni, di Pietraperzia, come Calogero Siciliano, 44 anni, e Filippo Viola, 51 anni.
Nei mesi scorsi, Pietraperzia era finito sui giornali per l’intimidazione ai danni del sindaco Antonio Bevilacqua. Al primo cittadino, appartenente al Movimento 5 stelle, ignoti avevano bruciato il portone di casa. In seguito all’accaduto, la popolazione aveva espresso solidarietà al sindaco con una fiaccolata per le vie cittadine. «L’amministrazione svolge con tutte le energie il proprio mandato. Dalla cittadinanza vorremmo oggi sapere da che parte sta», aveva dichiarato il sindaco.
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