Una scuola fantasma che avrebbe sfornato decine di diplomati all’anno. Tutto falso, dalle presenze sui registri di classe, alle prove scritte e orali, persino gli scrutini. Almeno stando all’inchiesta della procura di Enna e dei carabinieri e del comando provinciale, che ha preso le mosse da una denuncia, arrivando a svelare che almeno 50 iscritti che avrebbero dovuto frequentare l’istituto paritario L’Aurora di Pietraperzia (in provincia di Enna), non avrebbero in realtà assistito alle lezioni. Gli indagati, dirigenti e professori della scuola, adesso sono accusati di falso in atto pubblico commesso nella veste di pubblico ufficiale. Tra questi anche un assessore comunale attualmente in carica a Nicosia.
Presenza degli studenti, espletamento delle attività didattiche nei giorni indicati, verbali di consiglio di classe sullo svolgimento di prove scritte e orali, risultati degli scrutini di primo e secondo quadrimestre, svolgimento di parte dell’attività didattica in località e luoghi diversi da quelli oggetto di autorizzazione, valutazioni degli allievi. Sarebbero queste le attestazioni falsamente registrate sul diario di classe da parte dei responsabili che, in particolare, non avrebbero registrato le assenze per far aumentare il numero di ore di presenze degli alunni per fare in modo che venissero ammessi poi agli esami di Stato.
L’indagine è partita da una denuncia presentata nel marzo del 2017 nella quale si ipotizzava che i responsabili gestissero i corsi senza svolgere concretamente nessuna attività didattica, nonostante le rette pagate da parte degli studenti iscritti. A seguito dell’esposto, la sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri ha avviato le attività investigative. Videosorveglianza, perquisizioni e sequestri hanno messo in luce la responsabilità di dirigenti e docenti in riferimento all’anno scolastico 2016/2017.
Al temine delle attività investigative, nel giugno del 2018, sono state denunciate all’autorità giudiziaria nove persone: il responsabile dell’istituto paritario L’Aurora, C. R. (classe 1944) di Catania; il responsabile dell’istituto C. G M. (classe 1971) di Nicosia (Enna); il preside dell’istituto S. V. A. (classe 1948) di Calascibetta (Enna); e i professori V. T. (classe 1985) di Nicosia, F. M. (classe 1971) di Barrafranca (Enna), S. S. (classe 1980) di Roccella Valdemone (Messina), B. L. (classe 1976) di Nicosia; G. D. (classe 1971) di Calascibetta; D. M. (classe 1980) di Riesi (Caltanissetta). Tutti ritenuti responsabili di falso ideologico in concorso commesso da pubblico ufficiale per fatti accertati commessi dal marzo al giugno del 2017.
Per tutti e nove il pubblico ministero ha inoltrato alla gip del tribunale di Enna, Luisa Maria Bruno, una richiesta di applicazione di misura cautelare interdittiva. La giudice, dopo aver
interrogato gli indagati, ha applicato la misura cautelare nei confronti di sette soggetti indagati, dato che due di loro (i professori B. L. e V. T.) hanno formulato la richiesta di patteggiamento ammettendo le proprie responsabilità. Per il dirigente e per i responsabili dell’istituto il provvedimento prevede la sospensione dall’insegnamento e
dirigenza di istituti scolastici e di tutte le funzioni pubbliche collegate
per dodici mesi, sospensione dall’insegnamento per due mesi per tutti gli altri.
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