«Ognuno di noi sarà considerato solamente per la sua qualità di uomo nel momento attuale, qualunque sia la sua origine, il suo passato, le sue origini». La regola di Emmaus Palermo, appesa all’ingresso del mercatino solidale dell’usato che da anni si trova all’interno del padiglione 3 della Fiera del Mediterraneo, spiega subito la filosofia che muove l’associazione di volontariato. A far parte di quella che il presidente Nicola Teresi definisce spesso «comunità» sono ex carcerati, ex tossicodipendenti e migranti: bistrattati spesso dalla società, ai piedi di Monte Pellegrino trovano la propria dignità nel lavoro. «Qui si lavora più del necessario per aiutare gli altri» continua Nicola. E in vista della vendita straordinaria di sabato 3 agosto – dove tutto si vende con lo sconto del 50 per cento – l’impegno è ancora maggiore.
Assieme alle sei persone che fanno parte della comunità di Emmaus Palermo – tre italiani e tre ragazzi di origine gambiana – in questi giorni al padiglione ci sono anche 30 persone provenienti da ogni parte d’Italia. Tutti arruolati per il quinto anno consecutivo nei campi estivi organizzati dal movimento internazionale fondato dall’Abbé Pierre. A loro Nicola spiega ciò che c’è da fare: c’è chi andrà a distribuire volantini a Mondello, chi andrà in giro col furgone a raccogliere la roba usata che la gente dona per mantenere in vita la comunità, chi mette ordine nei tremila metri quadrati del padiglione. E anche a chi magari intende sviare i propri compiti Nicola dona un sorriso e una battuta.
«Metà di loro sono già esperti – spiega Nicola Teresi -, nel senso che sono già venuti altre volte e sanno già quello che serve. Questo vuol dire che abbiamo creato una responsabilità collettiva. I ragazzi e le ragazze dei campi vengono ospitati nel bene confiscato di Ciaculli che ci è stato donato da poco. Si tratta comunque di un percorso di comunicazione continuo». Un percorso necessario, considerando soprattutto che Emmaus Palermo non è soltanto il mercatino solidale: quello è certamente l’aspetto più visibile, che permette l’autogestione della comunità attraverso un introito annuale di circa 80mila euro, ma non è appunto l’unico. «Da quando siamo qui – spiega ancora Nicola – abbiamo cominciato a carpire i bisogni della popolazione. Per questo dall’anno scorso abbiamo offerto il tempo d’estate gratuito: 30 ore a settimane di intrattenimento a 50 bambini, attraverso giochi e laboratori. Le mamme del quartiere ci hanno dato una mano e ci hanno chiesto di continuare anche d’inverno, così siamo riusciti a offrire anche un doposcuola invernale attraverso l’alternanza scuola/lavoro, coinvolgendo dunque in questo caso gli studenti e le studentesse».
Mentre l’esperienza di Emmaus si estende anche a Catania – attraverso un campo di volontariato che durerà fino al 25 agosto e al quale contribuisce molto anche la realtà palermitana -, nel capoluogo siciliano sono tanti gli obiettivi ancora da perseguire. A partire da un corretto funzionamento del bene confiscato a Ciaculli. «Nel 2014, quando ci fu assegnato quello spazio bellissimo – continua Nicola – attraverso una vendita straordinaria con Emmaus Europa siamo riusciti a racimolare 40mila euro per i lavori necessari. Ma recentemente abbiamo dovuto fare i conti con una super bolletta Amap da 7500 euro, che però non dipendeva da noi ma dalla precedente gestione mafiosa, se così si può dire. Con quella somma noi ci campiamo due mesi. E allora forse servirebbe avviare una riflessione più generale sui beni confiscati, perché di certo una migliore comunicazione tra i vari enti potrebbe davvero farli diventare delle risorse».
E prima degli altri Emmaus in città ha cominciato non solo a parlare ma a praticare l’economia circolare. «Il nostro è un continuo lavoro educativo, a partire dai clienti – afferma ancora il presidente dell’associazione di volontariato – Più che servizio qui si fa mutualismo. Soltanto noi smaltiamo 100 tonnellate di ingombranti. Per questo puntiamo a diventare il primo centro comunale di riuso. Inoltre ci piacerebbe diventare il primo padiglione totalmente ecologico della Fiera, attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici che potrebbero dare energia non solo a noi ma a tutti gli altri padiglioni, com’è proprio nello spirito di Emmaus». Se è noto che l’associazione di volontariato collabora da tempo con altre realtà consolidate, da Libera contro le mafie ad Addiopizzo fino a Mediterranea («alla quale abbiamo donato i vestiti, attraverso una raccolta europea da 30mila euro»), meno conosciuto è il fatto che Emmaus sempre più diventa punto di riferimento per il mondo del cinema e della serialità televisiva: «Le produzioni vengono a rifornirsi da noi, da Pif con La mafia uccide solo d’estate all’ultimo film di Marco Bellocchio, Il traditore, che è andato pure a Cannes».
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