Emergenza freddo, appello per portare coperte Punti di raccolta a Palermo, Catania e Messina

Salvatore viveva alla stazione, Jindar di fronte al tribunale. Sono morti entrambi a settembre a Messina, uccisi dalle mille complicazioni di cui è costellata la vita di strada. In questi giorni di freddo e neve, con le temperature sotto zero, in diverse città della Sicilia la Comunità di Sant’Egidio, che seguiva i due senzatetto li ricorda e, anche in nome loro e per evitare altri casi simili, lancia un appello per portare coperte. «Un piccolo gesto che per i nostri amici significa sopravvivere. Morire per il freddo è disumano». 

I centri di raccolta in Sicilia sono tre: a Palermo in via Piazza Ruggero Settimo, 12 (Politeama), il lunedì dalle 17 alle 19, il giovedì dalle 9 alle 11; a Catania in via Castello Ursino 4, dal martedì al venerdì dalle 18.30 alle 20; stesso orario a Messina, la sede è in via Cesare Battisti. «Molte persone ci stanno contattando per partecipare alla raccolta anche dalle città dove non siamo presenti con un locale – spiega Pietro Giglio, referente messinese dell’associazione -. Anzi alcuni si propongono per diventare loro stessi punto di riferimento per le zone scoperte». Merito dell’ampia condivisione che ha avuto l’appello su Facebook. «La gente comincia a rispondere, ma il freddo continua e si può fare di più», continua Giglio. 

Le prime coperte raccolte negli ultimi giorni verranno distribuite a partire da stasera a Catania, nel tradizionale giro settimanale che la Comunità di Sant’Egidio compie. «Ci sono una trentina di persone che dormono fuori anche in questi giorni – spiega Vittorio Maccarrone, universitario e riferimento dell’associazione nel capoluogo etneo -. Sono concentrati tra Corso Sicilia, Piazza della Repubblica e la stazione, ma nell’ultimo periodo si trovano anche vicino gli ospedali del centro».

A Messina due volte a settimana l’associazione porta la cena: il mercoledì alla stazione, dove mangiano un centinaio di persone; il venerdì la cena è itinerante. «Non è mai semplice indicare ai senza fissa dimora l’alternativa di un rifugio, di un dormitorio – sottolinea Giglio – a volte sono persone abituate da vent’anni a dormire fuori, con chi si è creato un rapporto di amicizia ci siamo riusciti, ma è più complicato di quello che si pensi». Chi volesse partecipare alla raccolta, può trovare le informazioni nel sito della Comunità di Sant’Egidio. 

Salvo Catalano

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