Emergenza acqua

Prima o poi ce lo dovevamo aspettare. Le risorse idriche del nostro pianeta si stanno via via esaurendo senza che noi riusciamo a farci nulla.

L’annuncio viene dalle Nazioni Unite che, tramite le proprie organizzazioni, hanno lanciato un allarme e quasi due miliardi di persone rischiano di rimanere a secco entro il 2050 se nei prossimi anni non ci sarà una svolta.

Nelle aree a rischio, oltre all’Africa, continente provvisto di risorse idriche che però vengono gestite da gruppi di persone pronte a tutto pur di ricavarne un lauto (ed illecito) guadagno, sono comprese anche l’Asia (dall’India all’Iran) e l’area euromediterranea.

Cerchiamo però di comprendere quali sono stati i presupposti che hanno portato al risultato attuale:un primo momento è da ricercare nella cosiddetta “rivoluzione verde”, la crociata scientifica combattuta negli anni Settanta e Ottanta per produrre colture ad alto rendimento energetico per dare da mangiare a quelle popolazioni che altrimenti sarebbero morte di fame. L’obiettivo che ci si era posti nella “rivoluzione verde” è stato raggiunto, senonché, andando al passo con la crescita della popolazione, si è coltivato il doppio rispetto agli anni Settanta

e Ottanta e ciò vuol dire che si preleva tre volte più di quanto si facesse trent’anni fa.

Il secondo problema è da ricercare nell’uso spropositato e non ponderato che noi oggigiorno facciamo delle nostre risorse idriche. Basti pensare che mentre prima i contadini raccoglievano l’acqua piovana per irrigare i campi, oggi invece tendono ad allagarli facendo così arrivare solo una piccola quantità di acqua alla radice e lasciando evaporare tutta quella superflua.

Una valida alternativa, pratica ed economica, sarebbe il cosiddetto “sistema a goccia”: la singola goccia d’acqua cade sulla radice e non si disperde.

Ma le “colpe” di tutto ciò sono da imputare ad ognuno di noi: difatti, se lasciamo il rubinetto aperto e utilizziamo elettrodomestici quali lavatrice e lavastoviglie non a pieno carico, non ci deve sorprendere che tra meno di trent’anni saremo al secco.

Un altro gravoso problema è quello delle condutture scavate illegalmente per usufruire delle risorse idriche sotterranee e per non pagare  il servizio idrico che ci viene fornito.

Tutto ciò risulta essere alquanto allarmante, ma trent’anni ci separano dal 2050, trent’anni per cambiare le nostre abitudini… e per non rimanere a secco.

Rosario Cappello

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