Elezioni Unict, il centrodestra vince il Senato Il boom di Sammartino salva il centrosinistra

Il centrodestra piazza più senatori accademici, ma non si può parlare di trionfo per le liste legate ai partiti che governano alla Regione e al Comune di Catania. Tiene e stupisce, invece, il centrosinistra. Facendo incetta di consensi con le due liste legate, in un modo o nell’altro, al deputato Ars del Pd Luca Sammartino. E arrivando primo, nelle varie corse per gli organi superiori, con la lista di coalizione #Studenti. Ago della bilancia la lista Archè, espressione della lista civica Catania futura degli uomini del deputato regionale Nicola D’Agostino, alle ultime Comunali passati da Enzo Bianco all’alleanza con Salvo Pogliese. È la fotografia del voto per i rappresentanti degli studenti all’Università di Catania

Non c’è stata l’annunciata onda blu di un centrodestra universitario che, per la prima volta nell’Ateneo etneo, ha visto in campo anche esponenti della Lega al fianco di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Per gli organi superiori era nata così la coalizione-esperimento Popolari e sovranisti che, tuttavia, pare non aver funzionato, superata dai sammartiniani in Consiglio d’amministrazione, Nucleo di valutazione e Csu

La maggioranza in Senato accademico viene comunque incassata grazie all’elezione di tre candidati – Federico Scalisi, Ignazio Prestianni e Tommaso Vazzano – su sei poltrone disponibili. Vanno a seggio la lista Azione universitaria-Controcampus  legata a Forza Italia giovani e al sindaco Salvo Pogliese, ma anche ai giovani leghisti di Alessandro Lipera – la lista We Love Unict-Ares, emanazione del deputato Ars di Fratelli d’Italia Gaetano Galvagno, più pezzi forzisti e il gruppo studenti di Diventerà bellissima. Buoni numeri anche per la lista Libertas, espressione dei giovani autonomisti guidati dall’assessore comunale Peppe Lombardonipote dell’ex governatore Raffaele. Non supera lo sbarramento la quarta gamba della coalizione, cioè la lista Università popolare assemblata con la regia di Antonio Villardita, Carlo Cristofaro e di Carlo Castiglione, figlio dell’ex sottosegretario alfaniano Giuseppe. L’altra sola formazione che non accede al riparto dei seggi è Libertà e partecipazione, la lista delle associazioni come Link, Udu, Partecipa, a sinistra del Pd, fermatasi sotto gli 800 voti.

Facevano corsa a sé – sebbene la convergenza nel centrodestra sembra l’approdo più ovvio – i futuristi della lista Arché. ll gruppo, coordinato dall’ex candidato alle Comunali Antonio Fusco, elegge Pierpaolo Panebianco. Poi c’è il centrosinistra sammartiniano che sfiora i cinquemila voti grazie all’affermazione delle due liste #Studenti somma di associazioni fra cui Arcadia  e La Finestra-Actea, gruppo coordinato da Angelo Crimi vicino all’ex presidente del consiglio catanese Francesca Raciti. I senatori eletti sono Giuseppe Fava e Antonino Moschetto. 

La vittoria del centrosinistra agli organi superiori, in ogni caso, non penalizza più di tanto forzisti e alleati. Due i seggi disponibili e due erano le coalizioni che si scontravano. Al Cda #Studenti elegge Carlotta Costanzo unica donna eletta in queste Universitarie – mentre Marco Nicotra rappresenterà i Popolari e sovranisti. Nel Nucleo di valutazione siederanno invece Alberto Patanè per i sammartiniani e Ferdinando Cammarata per il centrodestra. Al Comitato per lo sport universitario il centrosinistra sarà rappresentato da Peppe CutuliPiero Guadagnino è il secondo eletto, in quota popolar-sovranista.

«Siamo compiaciuti – commenta a MeridioNews Dario Moscato, coordinatore regionale di FI giovani – perché siamo maggioranza al Senato accademico grazie al successo delle liste del centrodestra e siamo comunque rappresentati in tutti gli organi dell’Ateneo». Brinda Gabriele Monterosso, coordinatore delle liste sammartiniane: «Un voto complicato, non immaginavamo un risultato così importante  – spiega – partivamo sfavoriti essendo la nostra area formata da un minor numero di associazioni rispetto al centrodestra, ma siamo primi negli organi superiori e le nostre liste sono le più votate al Senato».

Francesco Vasta

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