Lo schema dei risultati per l’elezione del presidente della Regione Siciliana che, a distanza di dieci giorni dalle operazioni di voto, continuate a vedere in apertura di questo giornale, non è una svista né un errore. Non si tratta di un mancato aggiornamento ma di un modo per evidenziare che, dopo oltre una settimana, mancano ancora i dati definitivi. All’appello non risultano oltre quaranta sezioni, soprattutto del siracusano, e i verbali approvati dagli uffici circoscrizionali dei Tribunali di riferimento. Un ostacolo che rallenta le operazioni di insediamento per l’Assemblea Regionale Siciliana e che ha riflessi sull’avvio dei lavori della Giunta Schifani. Alla base, diversi errori nei documenti compilati dagli scrutinatori dei seggi. Proprio per tale motivo, si potrebbero dovere riaprire le buste e riconteggiare voti e preferenze. Tutto congelato, quindi, a partire dalla prima seduta del Parlamento.
Aula che, convocata dal presidente eletto entro venti giorni dalla proclamazione dei deputati, dovrà ancora attendere. Lo sblocco dipende, infatti, dagli uffici circoscrizionali e dall’invio dei dati corretti all’ufficio regionale in modo da determinare il superamento della soglia di sbarramento del 5%, da parte dei partiti, e l’individuazione degli eletti. Fino a quel momento potrebbero presentarsi delle novità. «Il procedimento – ha dichiarato Fabrizio Tigano, ordinario di Diritto Amministrativo all’Università di Messina ed esperto di Diritto Regionale e degli Enti Locali – è disciplinato dalla legge regionale n. 29/1951, variamente modificata. Non possono escludersi strascichi giurisdizionali ma bisogna vedere quale refluenza avranno i dati mancanti, con tutte le conseguenze che ne discendono, non comunque in grado di modificare quelli riguardanti l’elezione del Presidente».
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