Elezioni, Raffaele Stancanelli a Cittàinsieme Acceso botta e risposta con i cittadini

È stato un incontro acceso e a tratti divertente quello che mercoledì sera è andato in scena nella sede di Cittàinsieme in via Siena con il sindaco Raffaele Stancanelli. In una sala che si è andata lentamente riempiendo, il primo cittadino uscente ha risposto punto per punto alle tante domande rivoltegli dai presenti – dagli impegni con Libera ai rifiuti, dalle società partecipate alla prostituzione e al porto – suscitando mormorii e applausi, anche se i più convinti venivano dalle prime file occupate dai giovani del suo entourage, e battibeccando con una giovane sindacalista di 24 anni che ha chiuso il suo intervento con un secco «mi auguro che lei non verrà rieletto».

«Vi spiego perché ho scelto di ricandidarmi», ha esordito Stancanelli, ripercorrendo la sua carriera politica e in particolare quella notte di maggio di cinque anni fa quando arrivò la proposta dal partito. «Da ragazzo militante della destra sociale, il massimo a cui avrei potuto aspirare era diventare consigliere comunale di opposizione, invece eccomi qui». Dura otto minuti l’intervento iniziale, due in meno rispetto al tempo a disposizione. Poi il confronto con il pubblico. Si parte con Giuseppe Vinci che, a nome di Libera, invita il sindaco a sottoscrivere una lettera d’impegni che prevede, tra le altre cose, la pubblicazione della lista degli immobili confiscati alla mafia ed affidati al Comune e il loro affidamento attraverso bando pubblico; l’emissione di un’ordinanza per eliminare le slot machine nelle vicinanze di scuole, università, luoghi di culto ed ospedali; la stesura di un regolamento per la festa di Sant’Agata. Il sindaco ascolta, prende nota, poi risponde: «Sui beni confiscati non ho nessuna difficoltà». «Finora di difficoltà ce ne sono state moltissime», ribatte Vinci. «Ma ci sono anche problemi da risolvere con la prefettura», continua Stancanelli che chiede chiarimenti in merito all’ordinanza sulle slot machine – «Dipende dal sindaco? Chi la deve fare rispettare?» – e impegnandosi a «fare tutto quello che è in mio potere». Quindi si sofferma sulla festa della patrona. «In alcuni aspetti né il Comune, né le associazioni possono dire niente, spetta alla Chiesa. Abbiamo fatto le ordinanze, ma è difficile farle rispettare, si deve intervenire con il ragionamento, non con la polizia». «Allora vietiamo la vendita della cera», urla qualcuno dal pubblico. «In uno stato libero e democratico non credo si possa fare», replica il primo cittadino.

Quindi la discussione passa al tema dei rifiuti e, in particolare, all’appalto che il Comune di Catania ha dato alla Ipi-Oikos, in scadenza nel 2015. «Un appalto costoso – denuncia Mirko Viola, di Cittàinsieme – che ci costa 163milioni di euro, che non prevede il porta a porta e che è squilibrato a favore dei privati. Intende cambiarlo?». Sullo sfondo numeri impietosi: raccolta differenziata ferma nel 2012 al 12 per cento, una produzione annua media di 780 chili di spazzatura per cittadino, a fronte di una media nazionale di 500 chili. «So che il porta a porta sarebbe l’ideale – spiega il sindaco – ma non è previsto dal contratto che è stato fatto prima del mio arrivo. Abbiamo iniziato la differenziata tardi, solo nel 2010, è anche un problema culturale. Nel 2015 cambieremo il capitolato e lo sottoporremo a tutte le associazioni che vorranno dare un contributo, ma per passare al porta a porta i costi aumenteranno». Quindi annuncia l’apertura della seconda isola ecologica a Picanello «la prossima settimana» e quella a Nesima «tra qualche mese».

Elsa Arcidiacono interviene sulle società municipalizzate «svendute ai privati». Una domanda con una lunga premessa, tanto che Stancanelli commenta: «è una dissertazione sull’universo mondo». Poi precisa: «Abbiamo fatto entrare i privati nelle partecipate come indicava la legge, ma è il pubblico che continua a detenere il 51 per cento delle quote e che quindi avrà il controllo». La signora Agata Manganaro aspettava il confronto diretto con il sindaco da molto tempo. «Abito a Cibali, scendo tutte le mattine in centro e aspetto l’autobus anche per due ore. Quando mi sono lamentata con l’autista, lui mi ha detto di chiedere a lei, quindi eccomi qui». Risata generale, sindaco compreso. «Signora, da Cibali non si scende, si scende dalle montagne – risponde – le chiedo scusa per i disagi, ma il Comune spende per l’Amt 21 milioni di euro all’anno, mentre da un anno e mezzo non arrivano i trasferimenti dovuti dalla Regione».

Ma è con Valentina Ruffino, 24 anni, sindacalista della Cgil, che Stancanelli ha il confronto più acceso. La ragazza contesta il poco contrasto dell’amministrazione contro i parcheggiatori abusivi e la prostituzione, il degrado delle spiagge libere, l’apertura dei centri commerciali la domenica. Quindi conclude: «Mi auguro che non verrà rieletto». «Visto che sono sicuro della rielezione, mi dispiace che lei a 24 anni si prenderà questo grande dispiacere», replica il candidato del centrodestra che continua: «Io non posso intervenire sui contratti di lavoro, come fa a non saperlo? Ma lei in cosa si sta laureando, signorina? Non lo dica in giro che la bocciano». «Lei non mi può insultare, è un maleducato», ribatte la giovane sindacalista. Il sindaco si ferma, pretende delle scuse, poi il dibattito continua. Si sottolinea la situazione paradossale dei controlli sulla prostituzione, che non è reato se non si viene colti sul fatto. «La Corte Costituzionale – spiega Stancanelli – ha dichiarato illegittime le multe per gli utenti finali che anche la mia amministrazione aveva iniziato a fare». C’è spazio anche per due domande da parte dei giovani pro-Stancanelli, che occupano le prime file. «Cosa farà per fare decollare ancora di più questa città?».

Il finale è tutto per l’avversario Matteo Iannitti, candidato di Catania Bene Comune. «Andando in giro a dire quanto è bravo gli sto facendo la causa sconcica – scherza il sindaco – non è che ora i suoi non lo votano? Votatelo, così prende il cinque per cento e possiamo lavorare insieme per la città».

Salvo Catalano

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