Politica

Elezioni comunali a Priolo Gargallo: poker di aspiranti sindaci. Le interviste

Poker di candidati a sindaco a Priolo Gargallo. Quattro aspiranti primi cittadini e, in pratica, nessun volto nuovo per la cittadina in provincia di Siracusa. Prova a riprendersi il suo posto l’ex sindaco Pippo Gianni che a gennaio si era dimesso, dopo la sospensione per l’accusa di tentata concussione che lo aveva portato agli arresti domiciliari. Per l’accusa, l’ex deputato regionale e parlamentare nazionale 76enne avrebbe esercitato pressioni su due aziende del polo petrolchimico per fare in modo che assumessero persone a lui vicine e concedessero dei lavori a una azienda di Priolo Gargallo. Il processo inizia proprio oggi. Per sfidarlo è scesa in campo Michela Grasso, insegnante che non ha mai avuto incarichi politici ma ha un importante precedente in famiglia: è, infatti, moglie di Antonello Rizza. L’ex sindaco che, nel 2017, era stato arrestato ed era finito ai domiciliari per turbativa degli appalti, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata. Accuse dalle quali, alla fine, è stato assoltoCondannato, invece, per alcuni episodi di voto di scambio e due episodi di abuso d’ufficio nel processo scaturito dall’operazione Qualunquemente. In corsa ci sono anche l’ex deputato regionale del Movimento cinque stelle Giorgio Pasqua e Alessandro Biamonte che è stato presidente del Consiglio comunale nel corso della sindacatura Gianni.
Le interviste ai candidati sindaco, rigorosamente in ordine alfabetico. Contattato da MeridioNews al pari di tutti gli altri, il candidato sindaco Alessandro Biamonte non ha risposto.

PIPPO GIANNI
Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
«Non ho scelto, ma sono stato scelto. Ho ricevuto centinaia di richieste. Sono stato perplesso, ma poi ho ceduto alla tentazione. Il programma che avevamo fatto cinque anni fa era buono ma c’è stato un incidente di percorso perché sono accusato di tentata concussione, concussione e di induzione alla corruzione. Tutte accuse che non esistono e che verranno chiarite nel corso del processo. Sono convinto ci sia stata una interpretazione sbagliata dell’iter delle cose».

Tre parole per descrivere il suo progetto per la città.
«Ambiente, lavoro e ristoro per i cittadini che subiscono inquinamento da sempre. Non c’è una famiglia a Priolo che non ha un morto o un malato per tumore e lo dico anche da medico. Da trent’anni faccio la guerra per l’accise alla benzina, che qui costa più che in altre province e altre regioni, nonostante produciamo il 25 per cento del fabbisogno. Per questo ho pensato di fare le accise al contrario: restituire 30 centesimi per ogni litro di benzina acquistato dai cittadini priolesi fino a 500 litri a famiglia. Su questo progetto è in corso un approfondimento tecnico-legale per evitare che mi arrestino di nuovo. In ogni caso, penso si possa fare perché sono soldi dei cittadini (si parla di una cifra tra i 700 e gli 800mila euro l’anno) che restituiremmo».

Un pregio e un difetto della precedente amministrazione.
«Il pregio è che, nonostante due anni e mezzo di Covid, siamo stati presenti e abbiamo sempre lavorato. Prova ne sono diverse opere: dalle strade agli acquedotti, fino alle fognature. Il difetto diciamo che è più una questione di carattere: sono stato superficiale nel dare fiducia anche a chi non la meritava, questo perché sono sempre disponibile nei confronti di tutti».

Qual è l’avversario che teme di più?
«Me stesso».

Qual è la figura politica o tecnica (anche internazionale o del passato) a cui si ispira nel suo modo di fare politica?
«A livello locale mi ispiro all’onorevole Santi Nicita, ex deputato ed ex presidente della Regione. Un grande personaggio politico che è stato per me un faro. Ma devo dire che anche Rino Nicolosi è stato il più grande presidente della Regione di cui ho stimato l’autorevolezza, le capacità, l’intelligenza, la cultura e le capacità che gli hanno permesso di avere anche interlocuzioni internazionali».

Quanto spenderà complessivamente per la sua campagna elettorale?
«Ho previsto 2500 euro».

MICHELA GRASSO
Perché ha scelto di candidarsi a sindaca?
«Quando era sindaco mio marito, molti dicevano addirittura che dietro ci fossi io, Adesso, invece, dicono che c’è lui dietro di me. Io non ho precedenti esperienze, nemmeno da candidata, ma so che è di grande aiuto la sua esperienza decennale; so che, se avessi da chiedere un consiglio, lui mi darebbe il migliore. In ogni caso, anche se mi considerano “la moglie di”, io sono testarda. Addirittura molti mi chiamano “Antonella” (per via del marito Antonello, ndr) ma io ci rido sopra perché ho una personalità mia, anche molto forte. Mi dispiace e mi disturba quando fanno intendere che io sia una prosecuzione di quello che è stato mio marito. Ho deciso di candidarmi per il bene di questo paese dove sono nata e cresciuta e dove ora crescono i miei figli».

Tre parole per descrivere il suo progetto per la città.
«La prima parola che mi viene in mente è rinascita, perché Priolo ha bisogno di rinascere. L’altra parola che può essere utile è cultura, che non significa solo leggere libri. E, infine, la terza parola che scelgo è rispetto. Soprattutto quello nei confronti degli elettori, senza mai sfruttare le persone o fare leva su promesse che poi non saranno mai mantenute».

Un pregio e un difetto della precedente amministrazione.
«Il difetto è quello di avere tentato in tutti i modi, sin dall’inizio dell’insediamento, di cancellare quello che l’amministrazione precedente aveva fatto, a partire dai servizi. Per poi riprenderli e farli sembrare progetti fatti da loro che, invece, non sono riusciti a lasciare un segno. Il pregio è quello di avere dato vita a degli abbellimenti del paese con dei murales».

Qual è l’avversario che teme di più?
«Non ci penso, io vado avanti per la mia strada senza ascoltare o leggere nessuno. L’importante è che chiunque venga eletto pensi al bene del paese».

Qual è la figura politica o tecnica (anche internazionale o del passato) a cui si ispira nel suo modo di fare politica?
«Ce ne sarebbe una ma non è terrena. Credo molto al progetto divino e sono molto vicina agli ideali cristiani. Io credo che siamo tutti esseri umani, tutti tendenti a sbagliare. Non penso che qualcuno mi rappresenti in modo totalitario».

Quanto spenderà complessivamente per la sua campagna elettorale?
«Circa mille euro in tutto. Abbiamo fatto delle cene di autofinanziamento perché di spese ne vogliamo fare poche. Per esempio, io non do il mio volantino a chi non lo vuole e non li butto per terra; non ho fatto nemmeno un 6×3 ma ho incaricato una ragazza a girare in giro per il paese in bici con il mio manifesto».

GIORGIO PASQUA
Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
«Da deputato all’Ars, mi sono sempre impegnato per la mia città e, adesso, trovo normale portare quell’esperienza che ho fatto a livello regionale a Priolo per rimettere in sesto le tante cose che non vanno in città».

Tre parole per descrivere il suo progetto per la città.
«Serio, competente, efficace. Abbiamo prodotto un programma elettorale che abbiamo offerto già un anno fa ai cittadini con persone che, in questi anni, hanno già lavorato per affrontare i problemi di Priolo e che hanno studiato e trovato soluzioni con serietà. La competenza è data dalla mia esperienza di attività regionale in cui mi sono impegnato su temi importanti, la disabilità è il primo tra tutti. Senza promesse roboanti, promettiamo solo ciò che è davvero possiamo portare avanti. Questa è l’efficacia che serve per riuscire a programmare e avere ottimi risultati. Solo per scherzare posso promette che regalerò ai priolesi 500 megawatt di sole e 500 metri cubi di aria».

Un pregio e un difetto della precedente amministrazione.
«Hanno provato ad affrontare alcuni temi, ma hanno sbagliato il metodo. Il difetto peggiore è stato un sostanziale immobilismo: pur avendo a disposizione fondi per investimenti (per esempio quelli del Pnrr) non è stata realizzata quasi nessuna opera».

Qual è l’avversario che teme di più?
«L’astensionismo perché la gente è disgustata da certa politica. Priolo ha sempre avuto un alto numero di elettori ma, negli ultimi tempi, si è registrato un drastico calo dovuto alla disaffezione nei confronti degli amministratori locali e alla mancanza di fiducia nella politica. Questo sta facendo una vera e propria strage di elettori e io, invece, punto a riavvicinare anche i più delusi e sfiduciati».

Qual è la figura politica o tecnica (anche internazionale o del passato) a cui si ispira nel suo modo di fare politica?
«Io mi ispiro a Giuseppe Conte che mi rappresenta perché moderato, serio, competente ed efficace. Per questo soprattutto voglio che sia il mio modello: è una figura rassicurante ed è riuscito a esserlo anche nel periodo più brutto della pandemia».

Quanto spenderà complessivamente per la sua campagna elettorale?
«Pochissimo, non supereremo 1000 euro. Non dobbiamo riempire gli occhi delle persone di fumo ma essere sobri in campagna elettorale per dimostrare che saremo sobri anche nell’amministrazione della cosa pubblica».

Marta Silvestre

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