«È evidente che il Pd, cui ho aderito da alcune settimane, deve fare una attenta analisi ed una valutazione critica dei motivi di questa sconfitta e dell’evidente disaffezione degli elettori». A poche ore dalla debacle del Partito Democratico, anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando striglia i dem unendosi alla folta fila di critici dentro e fuori il partito, dopo la sonora batosta inflitta dal M5s a Palermo e nell’Isola. Un partito dal quale, tuttavia, Orlando non prende le distanze e, anzi, assicura di proseguire «un percorso al quale, da aderente al Pd, intendo dare il mio contributo», sottolineando come «ogni elezione ha una storia a sé stante nella quale gli elettori valutano e decidono sui candidati e i programmi per quella elezione e per quella comunità».
«In queste ore in cui il M5s può legittimamente festeggiare l’elezione di alcuni parlamentari nei collegi uninominali di Roma – prosegue il primo cittadino nella sua analisi -, in quegli stessi territori il loro candidato alla Regione Lazio è addirittura terzo, segno appunto del fatto che gli elettori hanno scelto diversamente per le elezioni nazionali e quelle regionali. Lo stesso può rilevarsi nel confronto tra risultati elettorali in altre Regioni e città dove risulta evidente che ogni elezione è diversa dalle altre e ciò per rispetto alle scelte libere degli elettori: non solo a Roma e nel Lazio, non solo a Palermo come in Sicilia, ma anche Bari come a Milano, in Campania come in Puglia e in Lombardia o nel Veneto».
A giugno dello scorso anno, in particolare, per il professore i palermitani hanno scelto col 46 per cento «un governo e un programma fino al 2022, dando fiducia a me e al centrosinistra. A novembre i siciliani hanno scelto il governo ed il programma del centro destra fino al 2022. Oggi una larga fetta di italiani ha scelto il Movimento 5 stelle e la Lega per rappresentarli in parlamento fino al 2023. L’idea che una singola elezione possa valere a stravolgere ogni volta il risultato di quelle che l’hanno preceduta è un tentativo maldestro di annullare e di non rispettare la volontà dei cittadini e delle cittadine. Detto questo, è chiaramente necessario un significativo cambio di rotta politica e di ricostruzione del contatto con i cittadini».
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