Elezioni, guerra di manifesti e volantini Gruppo Facebook premia lo zozzone d’oro

Sotto campagna elettorale manifesti abusivi e volantinaggio selvaggio regnano per le strade delle città siciliane. E le sporcano. Il fenomeno è così evidente che su Facebook è nato il gruppo aperto Concorso a premi lo zozzone d’oro. Che conta finora 468 membri e una bacheca piena di post con le segnalazioni fotografiche di manifesti affissi in zone non consentite e santini elettorali abbandonati su carreggiate e marciapiedi. Il concorso riguarda la zona di Avola nel Siracusano, ma potrebbe essere esteso anche alle altre provincie dell’isola. Che intanto si muovono contro i propri zozzoni, ognuno a modo suo. Come chi ha ripreso, pochi giorni fa, ad Acireale, l’inquinante campagna elettorale di Nello Cutuli, già consigliere provinciale etneo in corsa come deputato alle consultazioni regionali del 28 ottobre.

«Un punto a chi affigge un manifesto in zona non consentita e un punto ogni dieci volantini abbandonati per strada», recita il regolamento del concorso. «Per assegnare i punti vale la documentazione fotografica pubblicata nella bacheca del gruppo e a fine campagna elettorale una delegazione consegnerà il premio al vincitore» si legge nella bacheca, che si riempie ogni giorno di nuove foto e commenti. I trasgressori sono politici di tutti gli schieramenti. «Sfatiamo un mito. Sporcano pure loro», scrive un membro del gruppo postando la foto di un santino abbandonato che ritrae un candidato del Movimento 5 Stelle. Alcuni casi sono talmente estremi che c’è persino chi ha suggerito di introdurre delle menzioni speciali. Come per il santino affisso sotto la scritta divieto di affissione nel muro di fronte al comando dei vigili urbani. O di premiare anche chi pubblica la foto più spiritosa, come quella del manifesto di Pippo Gennuso dell’Mpa attaccato dietro un cancello, con un effetto ottico che fa apparire il candidato dietro le sbarre.

L’iniziativa ha fatto rumore in paese, tanto che qualche politico è intervenuto facendo rimuovere i propri manifesti abusivi. Come la candidata Mpa Maria Grazia Caruso, presente nella classifica provvisoria con «cinque punti con pentimento». «Ho fatto un giro in paese e qualcosa è cambiato – scrive un membro della pagina – Le facce attaccate dappertutto sono sparite ma, invece che essere rimossi, i manifesti abusivi sono stati coperti. A me così non sta bene, perché la città è sporca lo stesso». Una lamentela condivisa dagli altri, pur sottolineando che «scollarli tutti sarebbe un lavoro improbo e inutile dato che le squadre di attacchini passano ogni notte. Piuttosto bisognerebbe far pagare davvero le multe per l’affissione abusiva, senza amnistie e colpi di spugna, le casse comunali potrebbero ottenere una boccata d’ossigeno», scrive un altro utente. Ma c’è chi propone di scollare i manifesti su base volontaria, raccoglierli e, per manifestare il proprio disgusto, «un giorno disporli in piazza, a terra, con la faccia in su, e lasciare che le persone ci passeggino sopra. Alla fine della manifestazione raccogliamo il tutto e lo portiamo alla sua naturale destinazione, la discarica. Naturalmente in modo differenziato». Una pubblica gogna del manifesto insomma.

Una categoria a parte la meritano i fuori concorso per ragioni geografiche: come i 420 manifesti abusivi a Catania di Rosario Crocetta. E, tra i membri, c’è chi considera il problema in un’ottica più ampia, denunciando la prassi di alcuni candidati di far lavorare gli attacchini in nero. Qualcuno va fuori tema per segnalare il diverso comportamento dei candidati di altri paesi europei: «Vedendo il modo in cui si fa campagna politica in Germania (sicuramente non tramite le tipografie), si possono notare le differenze che allontanano distintamente i due Paesi. Ogni candidato ha uno spazio riservato ed i pannelli vengono appesi solo sui pali. I cartelli sono tutti delle stesse dimensioni ed i santini non credo neanche esistano. Non sembra neanche periodo di elezioni», scrive Dario.

Mentre gli ideatori annunciano che è in fase di preparazione il premio che verrà consegnato al vincitore alla fine della campagna elettorale – «un’opera di notevole pregio e fattura», scrivono senza voler anticipare altro – c’è chi si auto-segnala per non aver imbrattato i muri della città con manifesti abusivi e aver sporcato le strade con i volantini. «Ma qui non facciamo l’elenco di quelli a zero punti – avvertono gli organizzatori dell’iniziativa – ma di quelli con un punteggio. Ricordo comunque che chi non attacca nei posti non consentiti non fa un atto di eroismo. Rispetta semplicemente le regole, il che mi sembra il minimo per chi si candida a rappresentare i cittadini». Una verità ormai non più scontata.

[Foto di Concorso a premi lo “zozzone d’oro”]

Agata Pasqualino

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