LA LISTA DEGLI AZZURRI SEMBRA FORTE. E POTREBBE ESSERLO ANCORA DI PIU’ CON BERLUSCONI CAPOLISTA. IN QUESTO CASO CI SARA’ UN PO’ DI ‘MARETTA’: I POSTI RISERVATI AGLI UOMINI SONO CINQUE E I CANDIDATI UOMINI DIVENTEREBBERO SEI…
Un dato è certo: la presenza di Berlusconi rende la vita difficile, molto difficile, al Nuovo centrodestra democratico di Angelino Alfano. Il Ministro dell’Interno sta cercando di esorcizzare la presenza del Cavaliere. Lo fa con una battuta ripesa da tutti i media: “Forza Italia non è né carne, né pesce”, dice Angelino.
Ma la sensazione è che Berlusconi – in lista o non in lista – creerà seri problemi non soltanto ad Alfano e compagni (destinati ad allearsi con l’Udc di Casini e compagni), ma a tutti i Partiti: al centrosinistra e al Movimento 5 Stelle.
Il problema non sta nei sondaggi, che lasciano il tempo che trovano, quanto nell’atmosfera politica che si respira. Matteo Renzi non incanta. Non convince la sinistra del PD , che l’ha votato e per questo perderà consensi. E non convince in generale. Anche per i legami con certi imprenditori della sinistra indebitati fino al collo. Ai quali Renzi dovrebbe risolvere i problemi a spese degl’italiani.
Insomma: Forza Italia è in crescita. E il fatto che Giorgia Meloni stia provando a riorganizzare gli ex di An crea una salutare competizione nell’area del centrodestra che, nel complesso, dovrebbe aumentare i voti di tutta la coalizione.
Se poi, come si sussurra, Berlusconi sarà in lista in tutti i collegi italiani delle europee, l’effetto sarebbe dirompente. Soprattutto se il centrodestra – e in questo Giorgio Meloni fa già da battistrada – accentuerà lo spirito anti-euro.
Insomma: il rischio è che, in Italia, gli unici a difendere il ‘bidone’ – perché questo è orlai l’euro secondo la grande maggioranza degl’italiani: un bidone – rimangano i Partiti del centrosinistra, PD in testa, se è vero che Beppe Grillo è stato il primo a parlare di referendum per far decidere agl’italiani se restare o meno nell’auro.
In Sicilia la lista di Forza Italia registra ogni giorno una novità. Ieri, a Ragusa, Gianfranco Miccichè ha ufficializzato la propria candidatura. Operazione un po’ difficile, perché gli anni passano per tutti e gli elettori, alla fine, sono quelli che decidono.
Tra gli azzurri si aspetta il pronunciamento della Corte di Giustizia europea sul ‘caso’ Berlusconi, ovvero sulla retroattività della legge Severino. Di solito le leggi non sono retroattive, ma per Berlusconi è stata fatta un’eccezione. Ora la parola passerà, come già accennato, alla Corte di Giustizia europea. Che potrebbe giudicare sbagliata la retroattività dell legge Severino.
Berlusconi, da parte sua, potrebbe candidarsi a prescindere e trainare le liste. Poi lo potrebbero dichiarare ineleggibile. Ma intanto avrebbe trainato Forza Italia, magari verso una vittoria.
Il tema è complicato e potrebbe rivelarsi un boomerang per il centrosinistra. Che potrebbe chiedere l’arresto di Berlusconi per non farlo candidare. Ma lo trasformerebbe in una ‘vittima’. Con il rischio che gl’italiani vadano a votarlo perché “vittima di un’ingiustizia”.
In Sicilia, nella lista di Forza Italia, la presenza di Berlusconi viene vista bene, soprattutto se il Cavaliere dichiarerà prima che, in caso di elezione (quasi matematica), opterà per un altro collegio.
Oltre alla candidatura di Miccichè, appare certa la presenza di Salvo Pogliese: candidatura indispensabile, la sua, per “assestare una botta in testa” a Catania e dintorni a Giuseppe Firrarello e a Giuseppe Castilgione. La speranza di Miccichè, per la cronaca, è quella di farsi sostenere da Pogliese (alle elezioni europee di possono dare fino a tre preferenze).
Un altro candidato certo è Salvatore Iacolino, europarlamentare uscente, grande lavoratore, agrigentino di nascita, palermitano d’adozione, presente in tutt’e nove le province dell’Isola.
In lista dovrebbe andare Salvatore Cicu, parlamentare della Sardegna (alle europee il collegio della Sicilia, è noto, è legata alla sardegna).
I maschi, in lista, dovrebbero essere cinque più tre donne. E cinque ci sono già: Berlusconi, Pogliese, Iacolino, Miccichè e Cicu. Però ne è spuntato un sesto: si tratta di Massimo Romagnoli, già eletto in Forza Italia al Parlamento europeo. Romagnoli è originario di Capo d’Orlando, in provincia di Messina. E’ un imprenditore (produce e vende gruppi elettrogeni) che lavora in Grecia, ma ha mantenuto ottimi rapporti con la sua terra di origine.
Quanto alle donne, ci dovrebbe essere una candidata del Cantiere Popolare-Pid. Ed è probabile che, sempre tra le donne, i Circoli ‘Forza Silvio‘ – che in Sicilia sono già oltre mille e 300 – trovino una candidata per misurare la propria forza in vista delle elezioni nazionali che si annunciano di rottura: ovvero con Forza Italia rappresentata da candidati giovani, tutti o quasi di provenienza dai circoli.
In questo scenario – tornando alle elezioni europee – per Angelino Alfano e per il suo Nuovo centrodestra il cammino si presenta difficile. A Catania la candidatura di Pogliese taglierebbe le gambe a Firrarello e Castiglione (e quindi all’eurodeputato uscente, Giovanni La Via). Ad Agrigento la presenza di Iacolino e del Sindaco Marco Zambuto nel PD rischia di trasformare il partito di Angelino in un prefisso telefonico.
Gli alfaniani e l’Udc si potrebbero difendere a Messina, dove c’i sono Giampiero D’Alia e il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone e la famiglia Germanà; a Siracusa, dove Vincenzo Vinciullo si è ‘immolato’ con Alfano per non darla vinta a Stefania Prestigiacomo, peraltro ormai in uscita; forse qualcosa a Caltanissetta, dove, bene o male, Alessandro Pagano dovrebbe avere conservato un po’ di consenso; e a Palermo, dove Dore Misuraca dovrebbe dare battaglia. Ma a Trapani, a Ragusa, a Enna e, come già detto, ad Agrigento annaspano.
Udc e Nuovo centrodestra, in Sicilia, alle europee potrebbero sprofondare, ‘aiutati’, nella caduta, dal fatto di essere due Partiti sostenitori del Governo di Rosario Crocetta, altra ‘imbarcazione’ destinata a colare a picco.
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