Se Matteo Renzi si affida a Macron per «risvegliare l’Europa» contro i sovranismi, ecco che anche nel centrosinistra siciliano i motori si iniziano a scaldare in vista delle elezioni europee che si terranno nel maggio 2019.
Poche idee ma confuse, per la verità, in quest’ultimo scorcio di anno, ma a sinistra si cominciano a mettere insieme i primi pezzi e a capire come sopravvivere all’annunciato ciclone gialloverde, coi sondaggi che peraltro vedono Silvio Berlusconi in risalita. Così ecco che il dibattito dentro il Pd si muove sul doppio fronte dei congressi provinciali e regionale da una parte, e della composizione delle liste per le europee dall’altra.
A giocare d’anticipo è il luogotenente di Renzi in Sicilia, Davide Faraone, che ha convocato i suoi alla Leopolda siciliana che si svolgerà i prossimi 5 e 6 ottobre a Palermo al Teatro Santa Cecilia. Tanti i big del partito che interverranno al congresso dei renziani nell’Isola, da Marco Minniti a Graziano Delrio, passando per Lorenzo Guerini, Pier Ferdinando Casini, Beatrice Lorenzin, Roberto Giachetti, Debora Serracchiani, Ettore Rosato e tantissimi altri. A intervenire sarà anche il primo cittadino del capoluogo, Leoluca Orlando, ma soprattutto a ricevere l’invito è stato anche il commissario forzista e presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, che a domanda diretta risponde: «Ah, ma a proposito, quand’è quest’iniziativa? Comunque sì, penso di andare».
Se i renziani si riorganizzano a partire dalla Leopolda, dall’altra parte i Partigiani dem serrano le truppe proprio nei giorni della Leopolda nazionale, il 19 e 20 ottobre, ancora una volta al teatro Santa Cecilia di Palermo. Anche in questo caso la macchina organizzativa è già partita, mentre è ipotizzabile che la due giorni di dibattito regionale, per osmosi, potrebbe attrarre diversi big antirenziani, proprio nei giorni di celebrazione della corrente dell’ex premier.
Movimenti. Sullo sfondo dei congressi in casa dem, ma soprattutto delle elezioni europee che, almeno stando ai sondaggi, potrebbero rappresentare la proverbiale goccia che trabocca il vaso in casa Pd.
E non va meglio guardando alla sinistra al di fuori del Pd. L’ipotesi in campo, al momento, è quella di due liste separate, una guidata da Laura Boldrini insieme ai fuoriusciti dal Pd (Articolo 1, Mdp) e l’altra vedrebbe la fusione a freddo di Potere al Popolo e Sinistra Italiana. Con tutte le difficoltà legate alle lotte fratricide che negli anni hanno solcato un gap sempre più profondo tra le frange più estreme della sinistra sociale e sindacale e le posizioni meno estreme del partito di Nicola Fratoianni.
In ogni caso, quella delle due liste è un’ipotesi che verosimilmente non consentirebbe l’elezione di eurodeputati né da una parte né dall’altra. Ma è ancora davvero troppo presto per definire gli schieramenti. Molto sarà determinato dalle sorti del congresso nazionale del Partito Democratico, a cui tutte le forze politiche comunque guardano per decidere i singoli riposizionamenti. Per le Europee del prossimo maggio un po’ di tempo c’è ancora. Non tantissimo, ma abbastanza per far trascorrere ancora qualche mese e definire meglio il quadro politico all’interno del quale la sinistra si giocherà la partita delle europee.
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