Mercoledì 18 e giovedì 19 maggio si voterà in tutta Italia per eleggere i rappresentanti al Consiglio nazionale degli studenti universitari. Si tratta di un organo ministeriale e rappresenta la massima rappresentanza studentesca, permettendo di avere un contatto diretto con il Ministro dell’Istruzione. Il Consiglio deve essere sentito per le riforme che hanno ad oggetto il diritto allo studio e per i finanziamenti o le borse di studio, ma ha anche competenze propositive. È composto da 28 studenti, eletti nei quattro collegi in cui e ripartita l’Italia, che durano in carica per tre anni.
A Palermo, che fa parte del collegio Sud, sono quattro i candidati che potranno ricevere voti dagli studenti di tutto il collegio di appartenenza e non solo da quelli della propria università. Non tutti però sono favorevoli a questa rappresentanza. Questa mattina, all’università di Palermo, un gruppo di ragazzi del Collettivo universitario autonomo, ha protestato contro le candidature. «Noi del Cua – dichiara Silvia Fabra, portavoce del Collettivo – pensiamo che all’interno dell’università non ci sia bisogno di delegare ad altri ma di partecipare. L’unica necessità per gli studenti è la ricerca di un pensiero critico, premessa per opporsi alle ingiustizie di chi governa oggi l’università e il Paese. Per cambiare realmente le cose all’interno della nostra università, votare non serve a nulla, bisogna lottare quotidianamente per i diritti degli studenti».
Queste le candidature:
Lista Link – Onda universitaria
Alessandro Cammelleri
Lista Udu
Fabrizio Lo Verso
Lista Università popolare
Alessandro Cucchiara
Lista Ateneo studenti – Obiettivo studenti
Claudio Montalbano
Una novità è rappresentata dalla terza e dalla quarta lista, appartenenti ad associazioni non attive in questo momento a Palermo. «La Lista Università popolare è una nuova struttura associativa, che nasce a Catania prevalentemente per queste elezioni», mentre «Ateneo studenti-Obiettivo studenti è un’associazione afferente al Clds (Coordinamento liste per il diritto allo studio), che ha lavorato nel passato a Palermo» spiegano i due candidati, che hanno inoltre posto attenzione sui finanziamenti all’Ateneo. Il Fondo di finanziamento ordinario è quello che garantisce una quota del denaro stanziato dal Ministero alle università sul territorio nazionale, ma con una quota maggiore ai centri più meritevoli. Così facendo, dice Cammelleri, «si crea sempre più un abisso tra le università più o meno efficienti in un circolo vizioso». D’accordo Lo Verso che aggiunge anche la proposta di dividere le aree di finanziamento nelle tre aree geografiche italiane per consentire alle università meridionali di competere tra loro e non con le eccellenze presenti sopratutto nel nord.
Cucchiara, invece vorrebbe porre l’attenzione sugli Indicatori di valutazione sull’università per aumentare fondi destinati agli atenei più piccoli o meno efficienti. Altro oggetto di discussione è quello delle borse di sudio, che Moltalbano propone di migliorare aumentando il Fis (Fondo integrativo statale) da 200 milioni a 400 milioni di euro per garantire non solo agli assegnatari ma anche agli idonei l’esenzione dalle tasse. «C’è un problema, soprattutto nel Sud, – specifica Cammelleri – che è quello della figura dello studente idoneo ma non vincitore, cioè che ha tutti i requisiti per ricevere aiuti dall’Ersu ma non ci sono fondi per farlo».
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