Stando a indiscrezioni, il riconteggio delle schede delle elezioni comunali di Palermo sarebbe giunto a metà. I risultati di questa verifica confermerebbero i dubbi che aleggiavano già qualche giorno dopo il primo spoglio: e cioè che molti voti validi nelle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale non sarebbero stati assegnati. Di conseguenza, si starebbe procedendo allassegnazione di questo voti. Una rilettura che potrebbe riservare qualche novità – anche sostanziale – rispetto al primo responso.
La novità – che ovviamente va data al condizionale, visto che il riconteggio delle schede, come già accennato, non è ancora stato completato – è che la seconda lista in sostegno di Leoluca Orlando Sindaco di Palermo, e cioè la Federazione della Sinistra (con dentro Rifondazione comunista, i Verdi e cartelli della sinistra) potrebbe avere superato la soglia del 5 per cento dei consensi. Raggiungendo o superando il 5 per cento – che è la soglia di sbarramento prevista dalla legge regionale – questa lista avrebbe diritto non soltanto allassegnazione dei consiglieri comunali in base alla percentuale raggiunta (dovrebbero essere due seggi), ma anche al premio di maggioranza.
In pratica, la lista della Federazione della sinistra – se la rilettura delle schede dovesse confermare le indiscrezioni – prenderebbe circa 10 o 11 seggi (9 dei quali verrebbero sottratti a Italia dei valori, che dovrebbe cedere una quota dei seggi del premio di maggioranza alla seconda lista in sostegno di Orlando Sindaco). Va da sé che, nel riconteggio, nel caso in cui a Sala delle Lapidi dovessero entrare i rappresentant della Federazione della sinistra, qualche seggio verrebbe sottratto ad altre liste.
Va ricordato che ci sono almeno altre due liste che potrebbero ambire a raggiungere il 5 per cento: la lista del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e la lista di Futuro e libertà.
Tutto, insomma, è legato al riconteggio delle schede. E alle anomalie riscontrate nello spoglio. Frutto, da un lato, di una non corretta lettura dei risultati elettorali e, dallaltro lato, da una legge elettorale che – non sappiamo se volutamente o meno – ha creato un po di confusione. In assenza del voto di trascinamento delle liste – tanto per citare un esempio – il Legislatore regionale avrebbe potuto optare per la doppia scheda: una per l’elezione del Sindaco e laltra per l’elezione del Consiglio comunale. Non si tratta di un passaggio secondario, se è vero – ma questo dovrà essere accertato – che molti voti di lista al Consiglio comunale, per la confusione, potrebbero non essere stati conteggiati.
Intanto, con una missiva rivolta allassessore delle Autonomie locali e della Funzione Pubblica della Regione siciliana ed al Prefetto di Palermo, i segretari dei partiti politici e dei movimenti che hanno partecipato alle elezioni amministrative per il Sindaco ed i Consigli Comunale e Circoscrizionale di Palermo chiedono l’istituzione di una Commissione di verifica, che preventivamente e senza alcuna interferenza con gli effetti legali di competenza della Commissione Elettorale Centrale, proceda al riconteggio di tutte le schede per lelezione del Sindaco, del Consiglio comunale, delle attribuzioni dei voti alle liste e delle preferenze ai candidati al Consiglio comunale, in modo da fugare ogni ombra sulla correttezza delle elezioni svoltesi il 6 e 7 maggio a Palermo.
Il testo porta la firma di Roberto Palma (MPA), Riccardo Savona (MPS), Bartolo Fazio (API) e dei rappresentanti dei Movimenti Civici Nino Rizzotto (ChiAma La Città ) e Gianluca Arnone (Palermo Avvenire).
Nella lettera si ipotizzano “irregolarità” nelle operazioni di voto, “determinate dalla mancata presenza dei rappresentanti di lista di alcuni partiti e movimenti sia durante le operazioni di voto che nel corso dello spoglio delle schede e ciò a causa di ritardi nella comunicazione da parte degli uffici comunali e di errori da parte di presidenti di seggi che non hanno ammesso gli stessi allespletamento delle funzioni attribuitegli (fatti questi più volte tempestivamente contestati ai dirigenti dellUfficio Elettorale di Palermo)”.
Gli autori della missiva scrivono, inoltre, che “le operazioni di scrutinio sono state condotte in maniera non uniforme per tutti i seggi elettorali e ciò in quanto diversa è stata linterpretazione della norma relativa allattribuzione dei voti ai candidati sindaci ed alle liste, con ciò alterando lesito finale del voto”. E che “servizi televisivi e testimonianze giornalistiche hanno confermato che i risultati elettorali non corrispondono al voto espresso dai cittadini in ossequio alle norme di calcolo vigenti”.
E quindi che “tali condotte possano avere inficiato i diritti di rappresentanza dei partiti nellorgano consiliare o anche aver determinato lassegnazione di seggi a candidati non supportati da un numero sufficiente di preferenze”.
Da qui la già citata richiesta di riconteggio delle schede a parte di una Commissione di verifica del voto.
Per quello che sappiamo noi, l’elezione del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – elezione plebiscitaria – non sarebbe in discussione. I problemi, come questo giornale ha scritto all’indomani del voto, riguardarebbero il Consiglio comunale. E, in particolare, le 50 mila schede dove risultava votato il Sindaco, ma non il Consiglio comunale. Una perdita di voti che toccherebbe tutte le liste.
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