Ho sentito diverse emozioni ieri sera al termine di #EleSicilia35, levento organizzato a Catania da una redazione di under 35 con la partecipazione di alcuni candidati all’Assemblea Regionale Siciliana in vista delle prossime elezioni del 28 ottobre 2012. Tante domande, tanti spunti di riflessione, un dibattito a volte acceso ma molta confusione. Se dovessi scegliere un candidato (o soltanto una coalizione) da un dibattito come quello di ieri sera non saprei davvero cosa segnare sulla mia scheda elettorale. Certo, non è solo un dibattito che può dare lindicazione di voto agli elettori ma lo spettacolo a cui hanno assistito ieri i presenti (on line e off line) è stato davvero triste. Sia i candidati big (Nino DAsero, Claudio Fava, Salvo Fleres e Marco Forzese) che i giovani (Gianluca Cannavò, Costanza Castello, Tommaso Currò e Antonio Tomarchio) hanno dimostrato ancora una volta come serva qualcosa di più che i soliti annunci, il politichese o la polemica da pollaio.
Sorge una certa inquietudine quando a domande più o meno precise vengono fatti i soliti giri di parole, stupendi voli pindarici e mai una proposta ben precisa, una visione del futuro concreta. Anche quando tra i giovani candidati cè stato qualche scatto dorgoglio che sembrava dare davvero una risposta alle perplessità di un dibattito stucchevole, subito si è rientrati nei cardini di un linguaggio scontato e logorante.
Spunta langoscia quando si assiste a un teatrino inadatto ai tempi veloci richiesti dal dibattito e dallo scambio di opinioni istantaneo tra gli utenti Twitter. Sale la disperazione quando ai tweet segnalati dai conduttori, si è riscontrato un certo disagio dei candidati (in particolar modo i senior). Risatine nervose e commenti ironici che evidenziano ancora linadeguatezza di una classe dirigente lontana dalle logiche dei nuovi media. Di persone che non sono entrate ancora a pieno nei meccanismi dei social network fatti di ascolto e interazione. Ma tant’è. Per non parlare della partecipazione dei candidati. Il Pd, dopo il forfait del giovane Anthony Barbagallo (saltato da poco sul carro democratico, dopo lesperienza Mpa) non è riuscito a proporre un proprio rappresentante per il dibattito, Forzese è andato via prima del previsto. La scusa: incontri importanti a cui non potevano sottrarsi.
Al di là delle considerazioni suddette, si può confermare come i cittadini siano avanti rispetto ai tempi della politica. È ancora più importante se questo segnale parte dalla Sicilia. Se è vero il detto che attesta all’isola l’appellativo di «laboratorio politico italiano», è vero anche che un gruppo di giovani ha dimostrato con #EleSicilia35 di stare al passo coi tempi. Con tutti i limiti organizzativi del caso, ha dimostrato di aver a cuore il destino politico della propria regione. La strada è lunga e in salita. La partecipazione politica deve andare oltre la campagna elettorale per raccogliere qualche frutto dolce e maturo. Fatta la semina, bisogna averne cura giorno dopo giorno se si vuole assistere alla crescita di una nuova piantagione politica forte e duratura per la nostra terra siciliana.
[Foto di Pretty Hate Machine]
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