EDITORIALE/ Primo maggio, la festa del lavoro che in Sicilia non c’è

di Carmelo Raffa

Che tristezza questo Primo Maggio!

La festa del lavoro ma dov’è il lavoro?

Se lo chiedono in tanti nel nostro Paese, se lo chiedono in tantissimi nella nostra Regione e nella nostra città.

Una festa che quest’anno si constata essere diventata la festa della povertà e della disperazione per una moltitudine di uomini e donne che hanno perso il proprio posto di lavoro.

Da parecchi anni assistiamo allo smantellamento in Sicilia di Aziende che occupavano migliaia e migliaia di lavoratori. Dall’abrogazione del sistema creditizio siciliano che ne ha tagliato 12.000 alla chiusura di tante Aziende industriali, con in testa la Fiat di Termini Imerese, ed alle tantissime saracinesche abbassate che aumentano sempre più non solo a Palermo, ma in tutte le città della nostra Isola.

E chi dovrebbe dare risposte – cioè la Politica Centrale – continua a buttare fumo negli occhi degli italiani.

Europa, Europa si gridava ad alta voce un ventennio fa. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. I giovani siciliani sono costretti ad andarsene, a lasciare la propria terra e quella dei propri cari per raggiungere altre Nazioni con in testa quella Germania che ha dimostrato la capacità di risollevarsi dalle ceneri e ad imperare ed a dettare leggi, violando persino la sovranità di altri Stati, compresa l’Italia.

Sì, purtroppo lo dobbiamo dire, perché lo constatiamo quello che voleva ottenere Adolf Hitler con le armi lo sta ottenendo Angela Merkel col suo potentato economico.

Un potentato economico costruito con sacrifici e su questo non ci sono dubbi. Mentre nella nostra Italia che era diventata forte economicamente – la settima potenza industriale del mondo – tante persone egoiste e malvagie hanno tirato troppo la corda e, sull’onda della parola “Europa”, hanno fatto scattare un irrefrenabile meccanismo speculativo che ci ha portato a metterci in ginocchio ed ad ‘adorare’ Angela Merkel

A Matteo Renzi ed ai nostri Governanti chiediamo: fateci uscire dalla schiavitù e riscattate la Vostra-Nostra Nazione. E, principalmente, fate fatti e non parole, rinunciando agli strani giochi di prestigio di questi giorni.

I lavoratori – ed in particolare quelli più bisognosi – si aspettavano più soldi nelle proprie buste paga, ma non si aspettavano di vedersi togliere servizi essenziali sulla sanità o di dover pagare più tasse ai Comuni.

Renzi, Crocetta, etc. AGITE!

Altrimenti prendete atto che questa festa va abolita, perché non c’è più il lavoro tutelato come diritto dalla Costituzione Italiana, ma la disperazione della maggioranza dei siciliani e degli italiani.

(Foto di prima pagina tratta da soundsblog.it)

 

Redazione

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