EDITORIALE/ Appello ai medici, agli infermieri e alla popolazione siciliana: difendiamo la sanità pubblica da un Governo di incapaci e da una politica miope

ORMAI LE CARENZE DI PERSONALE E DI MEZZI, NEGLI OSPEDALI DELL’ISOLA, SONO ALL’ORDINE DEL GIORNO. SEGNALATECI TUTTE LE MAGAGNE, ANCHE IN FORMA ANONIMA. FACCIAMO VENIRE FUORI I PROBLEMI

La sanità pubblica siciliana cade a pezzi. Lo scriviamo proprio mentre all’Ars è in discussione la manovra economica e finanziaria 2014. Le grida di allarme arrivano da tutta l’Isola. I problemi strutturali sono in quasi tutte le strutture pubbliche, a cominciare dai Pronto soccorsi. Alla base c’è una cattiva amministrazione delle poche risorse.
In questi giorni festivi i Pronto soccorsi dell’Isola sono intasati. Motivo: i medici di famiglia sono in vacanza e la gente si è riversata nelle strutture sanitarie pubbliche. Nelle Regioni italiane dove la sanità pubblica è organizzata in modo più razionale questo non succede e, anzi, i medici di famiglia collaborano alla gestione delle emergenze. In Sicilia – dove, di fatto, la gestione della sanità pubblica è contrassegnata da irrazionalità e pressappochismo – tutto si complica.
Ci si interroga, ad esempio, sul caso eclatante dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, dove su due Tac, una è fuori uso e l’altra pure! Ma la sensazione è che lo scenario sia simile in quasi tutti i presidi pubblici della nostra Isola. Con la sola differenza che, ad Agrigento, la storia delle Tac sfasciate è venuta fuori, mentre le magagne di altre strutture sanitarie pubbliche della nostra Isola rimangono nascoste.
A questo punto lanciamo un appello ai medici, agl’infermieri e, in generale, al personale degli ospedali pubblici della Sicilia: scrivete al nostro giornale, segnalateci – anche in forma anonima – tutte le cose che non vanno: strumentazioni bloccate, turni massacranti e carenza di personale (queste due condizioni, di solito, procedono insieme), carenza di posti letto e via continuando con i problemi.
Lanciamo quest’appello perché, ormai, i 5 milioni e oltre di siciliani, sul fronte della sanità, si debbono difendere da un Governo regionale inadeguato e da una classe politica incapace di affrontare i problemi della sanità pubblica: una politica che, pur di garantire le proprie clientele (basti pensare ai 330 milioni di euro che la manovra Finanziaria ha reperito per pagare i 30 mila precari degli enti locali!), continua a tagliare le risorse alla sanità pubblica della nostra Isola.
Scriveteci e denunciate il mal funzionamento della sanità pubblica siciliana. Ci rivolgiamo anche agli utenti, cioè alla popolazione. Sappiate che in Sicilia, ormai da tempo, i medici che operano negli ospedali pubblici, per tutelarsi da una politica regionale miope, praticano la cosiddetta “medicina difensiva”: non potendo più lavorare con serenità, visto che mancano mezzi e personale, pensano prima – giustamente – ad auto-tutelarsi.
E’ bene che anche gli utenti si comincino a difendere dalle scelte di una politica siciliana che, in materia di sanità, è miope. Due giorni fa, ad esempio, a Menfi, due ragazze a bordo di uno scooter sono finite a terra. Lì per lì l’incidente sembrava grave ed è stata chiamata subito l’ambulanza. Che è giunta sul posto con oltre mezz’ora di ritardo!
Per fortuna, in attesa dei soccorsi che non arrivavano, le ragazze si sono riprese. Ma la gente di Menfi che ha prestato soccorso alle ragazze non ha potuto fare a meno di porsi una domanda: che cosa sarebbe successo se l’incidente fosse stato più grave?
Scrive giustamente il quotidiano on line Belìcenews: “L’evento fortuito della mancanza dell’ambulanza si aggiunge alla recente notizia della prossima chiusura del Punto territoriale di emergenza (Pte) di Menfi. In una situazione del genere non può che saltare all’occhio che il depotenziamento del Pronto Soccorso previsto dalla nuova direttiva regionale e la mancanza dell’ambulanza, siano quasi in contrasto con l’art. 32 della Costituzione che recita: ‘La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti’. La triste constatazione è che forse affinché certi diritti vengano fatti rispettare occorre sempre che ci scappi prima il morto!”.
Allora per evitare che ci scappi il morto – per evitare che ci scappino altri morti, perché già i morti ci sono stati – invitiamo i medici che operano negli ospedali pubblici, gl’infermieri e la stessa popolazione a difendere la propria salute da un Governo regionale di incapaci e da una politica siciliana che non sembra più in grado di garantire un decente servizio sanitario pubblico.
Scriveteci: sul blog a commento degli articoli o al nostro giornale: www.linksicilia.it. Potete scrivere firmando gli interventi sul blog o le lettere o anche in forma anonima. L’importante è fare venire fuori i problemi prima che ci scappino altri morti.

 

Redazione

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