È nuovo, grande e luminoso, splendente e raffinato nello stile e nei materiali usati… ma sarà anche funzionale?
Stiamo parlando del nuovo Aeroporto di Catania, pianamente operativo dalla mezzanotte di martedì 8 maggio, una data storica per la nostra città che acquisisce finalmente una struttura degna di essere uno dei più trafficati aeroporti dItalia.
Unimmensa vetrata striata da sbarre in metallo avvolge lintera struttura aprendola allincantevole vista dellEtna da un lato e permettendo, a chi attende di imbarcarsi, di gustarsi decolli e atterraggi comodamente seduto sulle nuovissime poltrone che stazionano di fronte ai 20 gates (nel vecchio aeroporto erano appena 12).
Dati comparati
Vecchio aeroporto
Nuovo aeroporto
Superficie
16.750 mq
44.460 mq
Area commerciale
252 mq
1.560
(13 esercizi commerciali)
Ristorazione
699 mq
1.353 mq
Uffici operativi
93 mq
3.481
(più 1.119 mq per gli uffici delle compagnie aeree)
Sale vip
31 mq
189 mq
Banchi check-in
32
44
(più 3 banchi check-in veloce Alitalia)
Gates
12
20
Varchi di sicurezza
8
11
Nastri riconsegna bagagli
80 metri
320 metri
(6 caroselli per la riconsegna dei bagagli)
Piazzali aeromobili
132.500 mq
172.500 mq
(26 piazzole di sosta nuove)
Nuovi bar e ristoranti, sale dattesa, edicole, negozi, più numerosi e ampi uffici della dirigenza e delle compagnie aeree, ascensori panoramici (solo 2, in verità pochi), fiori e piante, servizi igienici pulitissimi, profumati e automatizzati, check-in raddoppiati così come i varchi di sicurezza dei metal detector, schermi e vetrate ovunque. Insomma, dai numeri sembra proprio un bellaffare!
Ma, dato che di mestiere facciamo gli eterni insoddisfatti, una volta passato lo stupore, ci accorgiamo di alcune cose che proprio non vanno…
Primo fra tutti il problema della mancanza di chiarezza nelle indicazioni. Ieri mattina, infatti, moltissime persone stazionavano ancora sotto il tendone della vecchia struttura in attesa di non si sa bene cosa: nostalgia del vecchio aeroporto? Questione di abitudine? Mah…
Decine di viaggiatori camminavano avanti e indietro confusi e (in)felici senza sapere dove andare, chiedendo a chiunque incontrassero informazioni che non sempre venivano fornite. Altri sbirciavano curiosi dalle fessure create dai muri di cemento, lamiera e filo spinato posti a sigillo delle porte daccesso alla vecchia struttura aspettando, forse, che qualcuno venisse ad aprire (tra di essi anche un pilota della Wind Jet che solo grazie ad unassistente di volo, ex redattrice di Step1, è riuscito a trovare la strada giusta).
Sui pannelli luminosi delle indicazioni, inoltre, compare la scritta Voli Schengen e Voli Extra-Schengen. Per separare i voli verso i Paesi che hanno stipulato laccordo e quelli fuori da quest’area. Tale accordo stabiliva labolizione dei controlli sistematici delle persone alle frontiere interne dello Spazio Schengen, rafforzando quelli alle frontiere esterne. Peccato che dall11 settembre tutto è cambiato: i documenti vengono sempre chiesti prima dellimbarco, dunque una sorta di frontiera virtuale rimane comunque. Probabilmente i pannelli luminosi sono stati acquistati un bel po di anni fa.
E poi, cosa non meno importante, sulla grossa e appariscente vetrata dellingresso manca (ancora?!) linstallazione con il nome dellaeroporto forse perché ancora un nome non ce lha! Infatti, nonostante le brochure informative rechino quello che dovrebbe essere il nome della nuova aerostazione (nella foto a destra una pagina della brochure) e i manifesti sparsi per Catania riportino la notizia dellapertura del nuovo Aeroporto Internazionale Vincenzo Bellini, in realtà lo scalo è stato inaugurato senza un nome! Cose che solo a Catania possono succedere…
Capita anche di essere fermati da turisti stranieri che, dovendo prendere un volo per Milano, ci chiedono: «Dovè laeroporto per i voli nazionali? Lì indicando non la nuova ma la vecchia aerostazione, ndr – cè scritto solo aeroporto internazionale!».
Non meno importante è un gravissimo e singolare fatto: prendere un carrello per portare senza fatica le valige nel nostro nuovo aeroporto costa 1 euro! Ebbene sì, se vi serve un carrello per percorrere il tragitto tra il nastro di riconsegna dei bagagli e luscita (nella zona degli arrivi) o viceversa dallauto al banco del check-in (nella zona delle partenze), dovete inserire una moneta da 1 euro nelle apposite macchinette situate allesterno, dove non è però specificato che la moneta non verrà più restituita. Eh no, neanche se al termine dellutilizzo sarete tra i pochi ordinati (o civili, che dir si voglia) che va a rimettere a posto il carrello sarete premiati con la restituzione del vostro soldino. Il fatto più grave è che non cè scritto da nessuna parte che i soldi non verranno restituiti e la gente, abituata a sentire il clack della monetina che casca dal fondo della macchinetta, come normalmente avviene in altri aeroporti, ieri cercava in tutti i modi di capire come funzionasse il marchingegno catanese. Date unocchiata al nostro video che mostra le file interminabili ai posti di consegna dei carrelli e i turisti impacciati che non capivano come estrarre il proprio carrello. Qualcuno, dopo aver cercato più volte di far slittare il carrello al di fuori della guida ha pure rinunciato!
I soldi dei viaggiatori dove vanno a finire? Semplice: servono a pagare gli uomini della Sac che vanno tutto il giorno in giro per laeroporto alla ricerca di carrelli incustoditi da rimettere a posto. Quindi fate attenzione: non lasciate mai incustodito il vostro prezioso carrello, neanche per andare in bagno, altrimenti rischiereste di non trovarlo più dove lavevate lasciato e sarete costretti a pagare un altro euro. E voi, furbetti imitatori di Tom Hanks nel film The Terminal, rassegnatevi: noi ci abbiamo provato e i soldi non sono stati restituiti dalle macchinette.
Se poi al termine del check-in volete comodamente fare uno spuntino al bar, vi sconsigliamo di salire allultimo piano: rischiereste di provare la stessa sensazione che abbiamo provato noi ieri… entrare in una serra! Il soffitto della zona con i tavoli del bar e del self-service è stato infatti realizzato con dei pannelli che nelle giornate di caldo creano una cappa asfissiante (e infatti grazie al calore al centro della sala sta crescendo in pieno agio un albero di limoni). Se poi venite addirittura dal piano terra (il piano degli arrivi, il più freddo in assoluto) e salite fino allultimo piano (quello appunto della serra), rischierete uno sbalzo termico non indifferente.
Non ci resta dunque che augurare buon viaggio a tutti gli intrepidi catanesi che decideranno di affrontare pagamenti ingiustificati, temperature spropositate e confusione perché non si trova la strada giusta verso il nuovo Aeroporto Internazionale manca il nome di Catania.
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