Ecco perché l’assessore Fabio Cantarella si è dimesso «Salvini mi ha detto: “Tu sei la mia stessa persona”»

Avrebbe dovuto essere un mini-rimpasto di Giunta e, invece, si è trasformato nel momento in cui la Lega esce dall’amministrazione di Salvo Pogliese. Con Andrea Barresi nominato assessore al posto di Alessandro Porto e le dimissioni, arrivate poche ore dopo, dell’altro assessore leghista, Fabio Cantarella

Che fosse nell’aria da tempo un rimpasto di Giunta ormai è innegabile. Alessandro Porto ha raccontato di avere saputo di non essere più assessore con un criptico sms del sindaco e poi con una chiamata dell’onorevole Luca Sammartino che lo avvisava del comunicato. A lei la notizia come è arrivata? 
«L’ho saputo dai giornali. Tutti eravamo al corrente del fatto che c’era in corso un ragionamento di questo tipo. Anche perché il sindaco aveva chiamato Nino Minardo (il segretario regionale della Lega, ndr) per chiedere un nome da escludere dalla giunta tra me e Porto, che eravamo i due assessori leghisti. Minardo, però, non ha fatto nessun nome e ha proposto anzi di andare avanti con la stessa composizione anche perché, ormai, era questione di qualche mese e poi Porto si sarebbe dimesso per tentare la corsa alle Regionali». 

Dopo tutto questo e prima di arrivare alla decisione di annunciare la sue dimissioni, lei lo ha sentito Salvo Pogliese?
«Siamo amici e ci sentiamo sempre. Ieri abbiamo avuto un momento di commozione reciproca perché siamo arrivati entrambi alla conclusione che le dimissioni per me erano l’unica decisione possibile. Io gli ho detto chiaramente che ero costretto a dimettermi perché me lo ha chiesto il partito e lui mi ha risposto che era dispiaciuto. Per me lui resta il miglior sindaco d’Italia ma non ha saputo riconoscere che senza la Lega e senza Matteo Salvini questa amministrazione non sarebbe esistita. E si è anche scordato che è stato lui (Salvini, ndr) a mettere mezzo miliardo di euro per permettere alla città di rimettersi in piedi».

Nell’annuncio delle sue dimissioni, in effetti, lei ha parlato da «uomo di partito». Adesso ci conferma che è una decisione che è arrivata dall’alto. 
«Io non mi volevo dimettere e non lo avrei mai fatto. Ma me lo hanno chiesto sia Nino Minardo che Matteo Salvini. Faccio parte della sua segreteria e con lui ho un rapporto personale. Salvini mi ha chiamato ieri per dirmi: “Tu sei la mia stessa persona e sai già quello che devi fare”. Poi mi ha ritelefonato la sera per tirarmi su di morale e anche stamattina per sapere come stavo. Io lo sto aggiornando costantemente e gli sto inviando anche gli screenshot dei messaggi che mi arrivano di politici e cittadini dispiaciuti per questo epilogo».

Eppure c’è chi non crede a questa ricostruzione e pensa, anzi, che lei abbia colto la palla al balzo per togliersi le castagne dal fuoco per l’affair rifiuti
«Ma non scherziamo. Io ho sempre lavorato con il massimo impegno. E questo, semmai, sarebbe stato proprio il momento per cominciare a raccogliere i primi frutti del lavoro. Basti pensare alla raccolta porta a porta della differenziata che finalmente è partita anche in quartieri dove non si era mai vista, come San Giovanni Galermo e San Giorgio. Sono risultati a cui siamo arrivati noi e di cui, comunque, nessuno si potrà prendere i meriti». 

Fatto sta che adesso la Lega è fuori dall’amministrazione. Tutto questo si può leggere anche nell’ottica di preparazione alle prossime Comunali per cui vorreste avere una vostra candidatura con Valeria Sudano? 
«Questo non c’entra nulla. Sono cose di cui non si è ancora nemmeno parlato in partito, non si è sviluppata un’idea concreta e dobbiamo confrontarci. Inoltre, nelle grandi città come Catania, il centrodestra governa unito. Per di più c’è da tenere conto del fatto che sono decisioni e direttive che spesso arrivano direttamente dal nazionale».

Ma torniamo un attimo al locale. Adesso, che cosa ci dobbiamo aspettare? Come saranno ridistribuite le deleghe, specie quelle più delicate come Rifiuti e Protezione civile? Ci sarà un’altra parte di rimpasto? 
«Io dico solo che non è più un problema mio, che sceglierà il sindaco come andare avanti e cosa fare. Io assicuro comunque che continuerò a vigilare per controllare che tutto il lavoro fatto in questi anni per la città non vada perso». 

Resta da capire adesso cosa faranno i due consiglieri comunali della Lega, Alessandro Messina ed Emanuele Nasca
«Su questo faremo prossimamente una riunione di partito per decidere». 

Il neoassessore Andrea Barresi ieri ci ha detto che si sarebbe aspetto una chiamata da Porto che ancora non era arrivata. Lei glieli ha fatti i complimenti?
«Mi ha chiamato lui e io gli ho fatto gli auguri per il lavoro che lo aspetta. Del resto, lui non c’entra niente e non ha colpe. Perché non avrei dovuto?». 

L’ex assessore Porto si sarebbe comunque dimesso a breve per prepararsi alle Regionali. E lei, invece, adesso che farà?
«Adesso vediamo. Ancora non lo so, è successo tutto soltanto ieri. Tra l’altro, non sono io che decido, ma il partito. Ora Salvini mi ha chiesto di fare questo passo indietro e l’ho fatto, così come quando avevo ricevuto la stessa richiesta in passato dopo un anno di campagna elettorale per le Europee. Mi comporto così perché restare fedele al partito fa parte dei miei valori». 

Marta Silvestre

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