Ecap di Palermo, i dipendenti attendono da 322 giorni le retribuzioni

I RITARDI DELL’AMMINISTRAZIONE REGIONALE PENALIZZANO I LAVORATORI CHE HANNO INDETTO UN’ASSEMBLEA PER PROTESTARE CONTRO L’IMMOBILISMO DEL GOVERNO REGIONALE INCAPACE DI TROVARE UNA SOLUZIONE ALL’EMERGENZA SOCIALE

Nel settore della Formazione professionale dove a sentir parlare l’assessore regionale Nelli Scilabra tutto va bene ed a gonfie vele, si acuisce un’altra vertenza lavorativa.

A protestare questa volta i lavoratori dell’Ecap di Palermo che hanno indetto un’assemblea esterna davanti i cancelli dell’assessorato alla Formazione professionale per manifestare la loro rabbia, gridando che sono stanchi di aspettare ed essere presi in giro. Sono 322 i giorni di attesa per le retribuzioni che tardano ad arrivare.

In una lettera inviata alla nostra redazione tracciano i confini di una vicenda paradossale che viaggia tra le false promesse e il dramma sociale.

I lavoratori dell’Ecap denunciano che nonostante l’avvio di tutte le attività formative e malgrado l’Ente abbia presentato, nei tempi richiesti, la documentazione relativa al primo acconto del 25 per cento a valere sul Piano giovani e del secondo acconto del 50 per cento, gli impegni assunti dall’amministrazione regionale non sono stati rispettati. E non è una novità visto ciò che è accaduto fino ad oggi, parole, promesse e chiacchiere che hanno reso vano ogni aspettativa dei lavoratori, schiacciati dall’opacità di un’amministrazione regionale che non ha alcuna voglia di accelerare le procedure di pagamento.

Il drammatico destino oppure il diabolico disegno finalizzato a screditare il sistema formativo centrato sulla presenza degli enti formativi additati di rallentare i pagamenti per i ritardi nella presentazione della documentazione di rito. Accuse, fatta eccezione per alcuni casi, totalmente false, gli enti hanno presentato le richieste, come nel caso dell’Ecap di Palermo, ma soldi non se ne vedono. Chissà perché!

“Da settimane ci vengono propinate le storielle più fantasiose e le giustificazioni più strampalate – riferiscono i lavoratori dell’ente formativo palermitano – e la locuzione che è diventata il leitmotiv è: ‘stiamo per emettere i mandati, stiamo lavorando per voi’, fermo restando che nulla poi si muove”.

C’è scoramento e amarezza tra i lavoratori risucchiati da uno stillicidio senza fine.

“Purtroppo con le storielle o le rassicurazioni non riusciamo a onorare i debiti che abbiamo contratto – ribadiscono i dipendenti dell’Ecap – fidandoci delle rassicurazioni di questa banda di dilettanti allo sbaraglio che si divertono a giocare con la nostra esistenza. Ed intanto continuiamo a svolgere con professionalità il nostro dovere di formatori ed amministrativi, gli uni impegnati nella gravosa attività d’aula davanti agli utenti, gli altri a districarsi nella corsa ad ostacoli che l’amministrazione regionale è furba a mettere in campo”.

Disarmante l’affondo critico sulle conseguenze dovute al rallentamento della burocrazia.

“Ci siamo subito accorti che i tempi per l’istruzione delle pratiche e dell’erogazione delle somme sono lunghissimi, farraginosi e contorti – raccontano i dipendenti dell’Ecap – i ritardi nell’istruzione dell’iter dei mandati ed il blocco del Sic ha provocato la scadenza naturale del Documento unico di regolarità contributiva (Durc) nel febbraio scorso”.

Quale la conseguenza? Semplice, l’Ente si è trovato costretto a richiedere l’intervento sostitutivo nei confronti dell’Inps che, purtroppo, assorbirà in contributi una consistente quota del primo acconto del 25 per cento. Questo, in termini di stipendi significherà che, nella più rosea previsione, a fronte di 11 mensilità scoperte, i dipendenti dell’Ecap Palermo percepiranno circa mille euro di acconto. È questa la rivoluzione del Governo del presidente rosario Crocetta e del fido assessore Scilabra?

 

“Gli impegni verbali dei più alti dirigenti e funzionari dell’assessorato e del dipartimento – si legge nella nota – erano stati di accelerare l’iter del secondo acconto del 50 per cento e, addirittura, si erano paventate date di circa tre o quattro giorni dopo l’erogazione del primo acconto. Ma, e come al solito i vecchi detti sono sempre esatti, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. Purtroppo l’impressione è quella di stare in mezzo ad una lotta tra fazioni, molte volte con fattori scatenanti che sono: la stanza più o meno piccola e con la migliore o peggiore esposizione, le difficoltà di parcheggio mentre gli ‘unti’ possono usufruire dell’autorimessa riservata o di ambienti nobili ed affrescati del palazzo”.

 

Non manca lo sfogo dei lavoratori che si sentono vessati dalla politica e dalla burocrazia che sembra muoversi su ordini precisi

“Ci siamo stancati di farci prendere per i fondelli da solerti funzionari che scaricano le proprie ire cervellotiche sulla nostra categoria, mascherando semplici beghe di bottega. Se poi, dietro queste innumerevoli scuse si celasse un problema spaventoso e cioè la mancanza di liquidità, saremmo davanti alla classica figura del “malo pagatore” che, scaltro e diabolico, è un esperto nel frapporre mille difficoltà per non onorare gli impegni assunti. Per dovere di cronaca nella smorfia il cattivo pagatore è identificato dal numero venti”.

Quanto raccontato dai lavoratori dell’Ecap di Palermo è l’ennesimo esempio del fallimento della politica attuata dal Governo Crocetta nel settore della Formazione professionale.

Giuseppe Messina

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