Dopo una fase di peggioramento che negli scorsi giorni ha tenuto in ansia parenti e medici, migliorano costantemente le condizioni dell’infettivologo catanese che ha contratto il virus ebola mentre prestava servizio volontario nel centro di Emergency in Sierra Leone. «Le condizioni cliniche del paziente sono ulteriormente migliorate», scrivono gli esperti dell’istituto Spallanzani di Roma dove si trova ricoverato dal mese scorso. «Il paziente respira, deambula e si alimenta in autonomia».
L’ottimismo dei medici romani, fa sì che si inizi a parlare di tempi di dimissioni. La prognosi rimane riservata; il prossimo aggiornamento sulle condizioni di salute dello specialista in infettivologia in servizio all’ospedale Umberto I di Enna – uno dei 22 pazienti che hanno contratto il virus ebola curati fuori dall’Africa – è previsto per lunedì. La terapia al quale il volontario di Emergency è stato sottoposto consiste in una serie di infusioni di sangue di pazienti guariti e due farmaci sperimentali. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la cura è uno dei trattamenti più promettenti.
Intanto, il medico siciliano ha ricevuto la telefonata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Il rischio al quale lei si è sottoposto merita l’ammirazione del nostro Paese», ha detto il capo dello Stato.
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