Fioccano le polemiche sull’assegnazione delle aule da parte della città metropolitana agli istituti scolastici etnei che, per sopperire alla carenza di locali nelle proprie sedi centrali, utilizzano gli spazi dell’istituto polivalente di San Giovanni La Punta. Si tratta, in dell’istituto tecnico Enrico De Nicola (1.386 alunni, 53 aule più cinque appena assegnate), del liceo scientifico Ettore Majorana (1.123 alunni, 51 classi e altre due appena assegnate) e del liceo artistico Emilio Greco (11.447 alunni, 14 aule e altre due appena assegnate). Ed è proprio quest’ultimo istituto, a colpi di proteste di studenti e corpo docente, ad accendere i riflettori sulla questione.
Dopo il sopralluogo dello scorso 5 novembre eseguito dai funzionari Angelo Aliberti e Nunziatina Spatafora, delegati dal dirigente del servizio Salvatore Roberti, al liceo artistico sono state assegnate solo due delle cinque aule richieste. «Il Majorana e il De Nicola – spiega a MeridioNews Antonio Massimino, il dirigente scolastico dell’Emilio Greco – hanno a disposizione il 90 per cento degli edifici del polivalente». Il sopralluogo avrebbe dovuto portare a una razionalizzazione degli spazi ma, secondo il preside, l’assegnazione è stata effettuata in modo non omogeneo e sproporzionato. «Soffriamo da almeno otto anni – prosegue – Adesso chiediamo gli spazi giusti per un liceo che ha sei indirizzi».
L’Istituto di via Mavilla, infatti, da anni chiede altre cinque aule. Finora, però, sarebbe stato scavalcato da altri contendenti sulla base dell’incremento del numero delle iscrizioni. «Anche noi abbiamo registrato un aumento delle iscrizioni, solo l’anno prossimo abbiamo già 90 richieste di cui il dieci per cento sono di alunni disabili». Ma c’è di più. Se è vero che l’ex provincia, come si legge dal provvedimento della città metropolitana del 15 novembre 2019, ha assegnato due aule del corpo G dell’istituto puntese («potrebbero essere assegnate al liceo artistico le due aule del piano terra della palazzina G con modesti interventi di manutenzione»), è altrettanto vero che, trascorsi quattro mesi dall’aggiudicazione, l’Emilio Greco non ha ancora a disposizione le aule.
«Solo quest’anno – incalza Massimino – abbiamo inviato sette solleciti alla provincia, ma non ci hanno mai considerato». Nel frattempo, gli studenti dell’artistico, lunedì e martedì scorso, hanno organizzato due sit-in di protesta: uno all’Emilio Greco e l’altro (annullato per mancata partecipazione) davanti alla sede della città metropolitana di via Novaluce. «I ragazzi hanno tutte le ragioni di questo mondo, ogni classe ha almeno 30 studenti e siamo costretti a utilizzare i laboratori come classi: il laboratorio per la lavorazione della plastica, con tanto di forno, o quello di pittura non possono essere adeguati a ogni tipo di lezione».
Altro nodo da sciogliere per il liceo è la fruizione dei servizi scolastici da parte degli studenti disabili. «La sede di Sant’Agata Li Battiati può accogliere al massimo otto classi – sottolinea il dirigente – Come facciamo a fare scuola se non ci sono spazi per accogliere i ragazzi disabili? Dovrei fare sei classi di prima ma non ho gli spazi». La perplessità del preside, poi, riguarda anche per la manifestazione di interesse con cui la città metropolitana ha deciso di reperire locali da assegnare all’Emilio Greco. «Una scelta incomprensibile, senza logica – lamenta – perché la provincia non ha neanche i soldi per la manutenzione ordinaria e straordinaria». Una situazione già di per sé ingarbugliata, aggravata dal fatto che «i locali al polivalente ci sono ma – sostiene – a qualcuno non piace questo nostro progetto». E lei come si spiega tutto ciò? «Credo che ci vedano come la spina nel fianco del comprensorio e questo genera una disparità di trattamento nei nostri confronti». Per l’ex provincia, però, dal sopralluogo effettuato «non si evince una sostanziale sperequazione di assegnazione di spazi».
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