È partita la sedicesima Carovana antimafie Memoria e impegno contro la criminalità

Cinquecento miliardi di euro. E’ questo il valore stimato che la mafia sottrae ogni anno all’economia legale, tra estorsioni, evasione fiscale e corruzione. Un business creato sulla pelle di operai, aziende e cittadini onesti già schiacciati da una crisi senza precedenti. Per raccontare le loro storie e portare loro sostegno si è messa in marcia anche quest’anno per la sedicesima volta la Carovana internazionale antimafie. Partita sabato scorso da Tunisi, là dove ha avuto inizio la primavera araba, l’iniziativa di Arci, Libera e Avviso Pubblico, in collaborazione con Cgil, Cisl, Uil e Ligue de l’Enseignement sbarcherà oggi in Sicilia. Assieme ai carovanieri che viaggeranno lungo tutto il Paese, a raccontare i cinque giorni sull’isola ci saranno anche due inviati di CTzen.

Tappa iniziale sarà Trapani, con la visita alla calcestruzzi Ericina, l’azienda confiscata al boss Vincenzo Virga e gestita adesso da Libera. Ma anche al memoriale che ricorda la strage di Pizzolungo nella quale morirono Barbara Rizzo e i suoi figli di sei anni Giuseppe e Salvatore Longo, uccisi da una bomba che aveva per obiettivo il sostituto procuratore Carlo Palermo. Il giorno successivo, a Palermo, sarà la volta degli incontri con gli studenti coinvolti in alcuni progetti antimafia e con gli ideatori della Carovana, Rita Borsellino e Alfio Foti. Nel pomeriggio, a Caltavuturo, verranno ricordati i 500 contadini uccisi durante il periodo di repressione dei Fasci siciliani il 20 gennaio 1893.

Giovedì 4 la Carovana si sposterà nel nisseno. A Mazzarino, per incontrare i rifugiati e richiedenti asilo che lavorano nei campi confiscati alla mafia, e a Niscemi per sostenere la lotta degli abitanti contro il Muos. A Catania saranno protagonisti i lavoratori di Riela group e Aligroup e a Misterbianco gli operatori dei call center Almaviva. Prima di sbarcare in Calabria toccherà al Messinese e alle opere considerate inutili come il porticciolo di Giardini Naxos il ponte sullo Stretto.

«Se sai contare, inizia a camminare» è il motto dell’iniziativa. Un viaggio lungo 69 giorni per raccontare storie di violenza, momenti bui, territori in difficoltà. Ma anche i fiori tenaci e coraggiosi che nascono dal deserto delle mafie.

Redazione

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