È morto anche l’altro bambino investito a Vittoria da un suv. Il piccolo Simone D’Antonio non ce l’ha fatta. Ne dà notizia il commissario prefettizio della città (che è commissariata dopo lo scioglimento per mafia) Filippo Dispenza. «Mi sono tenuto costantemente in contatto per sapere delle sue condizioni – riporta l’agenzia Agi – Poco fa purtroppo la professoressa Gitto, primario del reparto di terapia intensiva pediatrica mi ha dato la terribile notizia: Simone non ce l’ha fatta. Siamo accanto alle famiglie, condividiamo lo stesso profondo dolore».
Simone era il cuginetto di Alessio, morto sul colpo la notte tra giovedì e venerdì. Entrambi sono stati travolti dalla Jeep Renegade guidata da Rosario Greco, 37enne in odore di mafia visto che la sua famiglia, a cominciare dal padre Elio, ha subito un sequestro di 35 milioni di euro. Simone aveva perso le gambe e lottava da tre giorni tra la vita e la morte al Policlinico di Messina. «Al suo arrivo avevamo già giudicato le sue condizioni gravissime. Abbiamo tentato in tutti i modi di salvarlo, ma ogni terapia non è bastata a farlo rimanere in vita. Siamo rammaricati», afferma Eloise Gitto, direttrice del reparto.
La notizia della sua scomparsa arriva nella mattinata in cui a Vittoria si svolgono i funerali del cuginetto Alessio. Alle esequie nella chiesa di San Giovanni hanno partecipato più di tremila persone. A celebrare la messa è stato il vescovo di Ragusa Carmelo Cuttitta. «Oggi Alessio è con noi – ha detto – e lo sarà sempre. Il suo sacrificio non resti vano». Mentre Alessandro D’Antonio, il padre di Alessio, ormai senza più lacrime, grida davanti all’altare: «Non riesco più ad entrare nella mia casa, lascerò Vittoria. Dopo questa tragedia non riesco più a vivere in questa città».
A bordo dell’auto oltre a Greco c’erano tre passeggeri, accusati di omissione di soccorso per non essersi fermati a dare immediato aiuto. Tra questi Angelo Ventura, già arrestato nel settembre 2017 per associazione mafiosa e figlio del presunto boss della Stidda Giambattista Ventura. E paradossalmente proprio a persone vicine a Ventura è stata affidata l’organizzazione del funerale del piccolo Alessio: a gestire tutto è stata infatti l’agenzia di pompe funebri Cutello. A denunciarlo nei giorni scorsi è stato il giornalista Paolo Borrometi, insultato nelle ultime ore su Facebook da amici di Angelo Ventura.
Maurizio Angelo Cutello, detto Maurizio u tabbutaru, è stato arrestato proprio insieme ai Ventura nel settembre del 2017. Secondo gli inquirenti sarebbe stato socio di Vincenzo Ventura (fratello di Giambattista e quindi zio di Angelo) nelle onoranze funebri con una duplice finalità: fare da copertura ad altre attività illecite e conquistare una fetta di mercato sottraendola con minacce ed estorsioni ad altri imprenditori del settore.
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