ALLA FINE IL TITOLARE DELLE INFRASTRUTTURE HA DIMOSTRATO DI ESSERE FEDERE AL PD E NON AL PRESIDENTE DELLA REGIONE, ROSARIO CROCETTA
Torna a vacillare la Giunta regionale di Rosario Crocetta. Dopo le dimissioni dell’assessore Luca Bianchi (che, però, potrebbero essere una sceneggiata), torna a casa anche Nino Bartolotta, assessore alle Infrastrutture.
Sul suo gesto politico sembra che non ci siano dubbi: si tratta della presa d’atto della volontà del suo Partito – il PD – espressa nei giorni scorsi dal segretario regionale, Giuseppe Lupo.
Bartolotta, con le sue dimissioni, dimostra, in primo luogo, di fare parte del PD. A tutti gli effetti. Un Partito politico non è un albergo dove si entra e si esce a piacimento: è un’associazione tra uomini liberi che si danno delle regole. Che vanno rispettate. Nel caso del PD siciliano, il segretario regionale, prendendo atto della volontà del Partito, ha chiesto le dimissioni degli assessori dello stesso PD dal Governo. E Bartolotta si è adeguato.
Quelle di Bartolotta – che è andato via con una lettera di dimissioni indirizzata al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e al segretario del suo Partito, Lupo – dovrebbero essere dimissioni vere. Insomma, a differenza delle dimissioni del suo collega Bianchi, non ci dovrebbero essere retropensieri e retroscena.
Alla fine, quella di Bartolotta è una scelta coerente. E anche lungimirante. La sua presenza al Governo è legata alla sua appartenenza alla corrente di Francantonio Genovese, il parlamentare nazionale del PD coinvolto nello scandalo della formazione professionale a Messina. Oggi tutta l’area del Partito nella quale milita Bartolotta è in grande affanno. La scelta peggiore sarebbe stata quella di passare, armi e bagagli, con il Megafono di Crocetta. Bartolotta non è caduto in questo tranello. Rimane nel suo Partito.
Bisognerà capire, adesso, cosa farà l’assessore all’Economia, Bianchi, già dimissionario, ma con il punto interrogativo legato non tanto alla tessera del PD, quando alle burocrazia ministeriali che lo hanno piazzato in Sicilia per massacrare le ‘casse’ della Regione. Cosa, questa, della quale è sempre stato al corrente Crocetta, che, come ha rivelato il segretario Lupo, avrebbe voluto sbarazzarsi di Bianchi.
Quello che dice Lupo su Bianchi – o meglio, su Crocetta che voleva sbarazzarsi di Bianchi – sembra rispondere al vero. Perché Bianchi è arrivato in Sicilia in quota Sergio D’Antoni-Giuseppe Lupo. Così, almeno, pensavano D’Antonio e Lupo, che già da tempo sembrano essersi ricreduti. Insomma, Bianchi avrà anche la tessera del PD, ma è in Sicilia per conto dei poteri forti del nostro Paese che hanno sempre lavorato – putroppo con successo – a smantellare l’Autonomia siciliana.
A Bianchi – che fa storia a sé – e a Bartolotta si aggiungono Mariella Lo Bello e Nelli Scilabra. La Lo Bello, assessore al Territorio e Ambiente, è stata già ‘posata’ dal Correntone del ‘Nuovo corso PD’, l’area che, all’inizio, l’ha segnalata nella Giunta. Anche a lei, ovviamente, il partito ha chiesto le dimissioni. Ma fino ad ora Mariella non ha mollato la poltrona. Difficile capire se ‘abbuccherà’ definitivamente verso il megafono di Crocetta.
Poi c’è la bella Nelli Scilabra, da sempre vicina al senatore del Megafono, Giuseppe Lumia. Nelli, almeno nella sua testa, rimane – più che altro a modo suo – dentro il PD. Addirittura candidata – anche se non si capisce bene da chi – alla segreteria regionale dello stesso Partito Democratico siciliano. In sostituzione di Giuseppe Lupo.
Queste le chiacchiere e le interviste. Di fatto, l’unica cosa visibile – anche nel suo caso – è la poltrona di assessore regionale alla Formazione professionale che si tiene ben stretta.
Sulle dimissioni di Bartolotta interviene il segretario regionale dl PD, Giuseppe Lupo. Esprimo apprezzamento – dice Lupo – per la scelta di Nino Bartolotta di rimettere il mandato di assessore della giunta Crocetta rispettando così la decisione della direzione del Pd. Con il suo gesto Nino Bartolotta dimostra ancora una volta senso di responsabilità e di appartenenza al Partito Democratico
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