…e adesso spogliati…/ Miccichè in giunta con Lombardo. No fuori. Anzi no, anzi sì…

“Mi manca la sua fantasia”, disse un giorno Raffaele Lombardo a proposito di Gianfranco Miccichè. Sette o otto mesi prima aveva ‘sbarellato’ lui e i suoi uomini dalla giunta regionale per fare definitivo posto agli uomini del Pd, che non volevano gli uomini di Forza del Sud – allora il partito di Miccichè si chiamava così – al governo.

La dichiarazione di Lombardo sembrava ipocrita. Invece diceva la verità. Solo chi non conosce l’attuale presidente della Regione poteva scambiare un desiderio vero con una battuta ipocrita. Lombardo è un trasformista impenitente. A lui interessano solo i fatti propri. Intanto sta venendo fuori, insieme con il ‘fratellino’ – i Lombardo, negli ‘accordi’ camminano a due a due – dalla brutta vicenda giudiziaria di Catania. Chiusa questa storia, provvederà a dimostrare la sua vecchia tesi: la politica non esiste, esistono solo i politici.

In una commedia di qualche anno fa, tratta dal celebre romanzo ‘I Vicerè’ di Federico De Roberto, un personaggio, interpretato magistralmente da Turi Ferro, riprende un ingenuo che, nel parlamento italiano post risorgimentale, cercava di capire le ‘differenze’ tra destra e sinistra.

“Destra, sinistra, ma che te ne frega?”, gli risponde Turi Ferro. Della serie, la stessa cosa sono. E così la pensa Lombardo. Che, infatti, è stato eletto da una maggioranza (schiacciante) di centrodestra, governa con il centrosinitra (cioè con il partito – il Pd – che ha perso le elezioni). Teneva in giunta, contemporaneamente, il Pd e un ‘pezzo’ del Pdl – il ‘mitico’ Pdl Sicilia – ‘superba’ invenzione politica di Miccichè. Poi una parte del Pdl Sicilia è rimasta in giunta (Miccichè) e un’altra parte è quasi andata via (nel senso che l’assessore regionale che rappresentava l’altra parte del Pdl Sicilia è passato con Lombardo, lasciando il partito che l’aveva messo in giunta). Poi Miccichè viene messo alla porta. Poi Lombardo lo rivuole in giunta anche se c’è il Pd. Il Pd non dice no e Miccichè e i suoi stanno per rientrare nel governo.

All’Ars, visto che nel frattempo è arrivato Carnevale, qualcuno conserva le ‘maschere’ per i parlamentari di Grande Sud (perché nel frattempo il partito di Miccichè ha cambiato di nuovo nome). Sono maschere indispensabili, perché i poveri deputati regionali di Grande Sud che sono stati nel governo Lombardo, che sono usciti dalla giunta polemizzando aspramente con lo stesso Lombardo, non possono certo rientrare nel governo conservando la faccia. Da qui le maschere. Ma appena le maschere sono pronte – per i deputati e per chi di Grande Sud sarebbe andato a ricoprire la carica di assessore – ecco la novità: Miccichè ha di nuovo cambiato opinione: appoggerà (ma sarà vero?) Massimo Costa a sindaco di Palermo con Pdl e Udc che alla Regione sono all’opposizione.

Lombardo, ovviamente, non vorrà più Miccichè in giunta. O magari se lo prenderà lo stesso? E Miccichè che farà? Entrerà nella giunta Lombardo a Palermo mentre Lombardo, che prima a Palermo voleva votare Costa dice che voterà per Aricò facendo però votare sottobanco per Ferrandelli?

Questa sì che è politica, ragazzi!

 

Diogene Laerzio II

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