Due disegni di legge per la stabilizzazione dei precari siciliani

“Non ho la bacchetta magica. Ma ho detto che mi impegnerò per risolvere, una buona volta e per tutte il problema del precariato”. Parola di Antonio Venturino, vice presidente dell’Ars.

Detto e fatto. Così, lunedì pomeriggio una oltre 120 i lavoratori precari storici degli enti pubblici di tutta la Sicilia che hanno raccolto il suo invito e si sono presentati a Palermo, nei saloni di Palazzo Reale. Tutti riuniti con il vice presidente de Parlamento siciliano, promotore della stesura del primo disegno di legge organico che analizza e propone le strade percorribili per la soluzione al precariato.

Obiettivo dell’audizione: concertare con i lavoratori, con i protagonisti della Rappresentanze sindacali unitarie e con le varie sigle sindacali “utili suggerimenti e proposte da inserire nel disegno di legge al quale Venturino, insieme ad un pool di legali ed esperti di diritto del lavoro, stanno lavorando in questi mesi”.

In realtà, i disegni di legge ai quali lavora il vice presidente Venturino sono due. Il primo riguarda la stabilizzazione dei rapporti di lavoro precario presso gli Enti locali e gli Enti pubblici della Regione siciliana; il secondo riguarda i lavoratori socialmente utili, attraverso l’estensione dei benefici che sono stati già utilizzati dai precari delle pubbliche amministrazioni siciliane.

“Per il primo disegno di legge – sottolinea Venturino – la novità qualificante è quella di prevedere un ruolo unico regionale ad esaurimento che contempli meccanismi di stabilizzazione negli Enti, attraverso l’individuazione dei posti in dotazione organica. Nel caso in cui le dotazioni organiche siano già complete, si prevede la creazione di un ruolo sopranumerario che consenta a tali lavoratori di continuare il rapporto di lavoro con gli Enti locali, attraverso la trasformazione dello stesso rapporto di lavoro, da tempo determinato a tempo indeterminato, favorendo la valorizzazione dell’esperienza professionale acquisita con un rapporto di lavoro continuativamente ininterrotto almeno da 36 mesi (come prevede la legislazione comunitaria presente in materia)”.

Per quanto il secondo disegno di legge, quello sugli attuali lavoratori socialmente utili, “questo prevede l’applicazione della legislazione vigente della legge regionale n.21/2003 e l’estensione dei benefici previsti dai titolari dai contratti di diritto privato ex art.4 legge regionale 16/2006 anche ai lavoratori socialmente utili”.

È chiaro che in questo caso il Governo dovrebbe reperire le risorse necessarie affinché questo possa concretizzarsi.

“Si tratta di proposte che necessitano di condivisione politica- dichiara il vice presidente vicario dell’Ars – perché è chiaro che da solo non posso andar lontano. Intanto procediamo alla stesura del testo, poi si andrà in Commissione ed in Aula. Una proposta dettata dal buon senso che spero raccolga l’adesione di quanti più colleghi possibile. In politica contano i numeri più che i proclami. Noi abbiamo il dovere di rendere conto al nostro territorio. Se avessimo un’interlocuzione a Roma – conclude Venturino – parleremmo di altro, invece si sta perdendo ancora tempo mentre il Paese arranca”.

 

Redazione

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