DROPS presentato a Taormina

Si è da poco conclusa al Taormina Film Festival 2005 la proiezione di “Drops”, il cortometraggio realizzato dagli studenti del Medialab di Lingue, guidati da Sonia Giardina, in concorso nella sezione dei corti internazionali.

Il film è stato realizzato usando una comune videocamera, ragione per cui la qualità delle immagini ed il montaggio erano forse un po’ troppo “casalinghe” secondo alcuni spettatori: «Il film poteva essere più fluido se il montaggio fosse stato fatto meglio. Belle le musiche».
In molti hanno infatti apprezzato la colonna sonora del corto: «Sono stata sorpresa positivamente da questo film» – dice una ragazza – «Bello il sottofondo musicale e le riprese dettagliate dell’acquario e dell’occhio del protagonista attraverso il buco della spugna, aspetti che denotano una grande cura dei particolari. La parte finale è esilarante, l’attacco isterico dell’attore è stato molto divertente».

C’è stato qualcuno che invece ha ritenuto la recitazione del protagonista un po’ troppo carica. E’ di quest’opinione anche Caveh Zahedi, il regista del film proiettato subito dopo Drops, “I am a Sex Addict”, che ha definito il corto «sovrarecitato e pieno di cliches (overacted and full of cliches)». «Mi è stato difficile seguirlo, non è reale e quindi non mi ha davvero convinto (I couldn’t follow it. It wasn’t realistic, that’s why it really put me off)». Anche la musica, secondo il regista, è un stereotipo.

Altri spettatori hanno evidenziato il fatto che la storia sia roba già vista. Qualcuno ha persino citato un episodio dei divertentissimi cartoons della Walt Disney sulle disavventure di Paperino, che si ritrovava anche lui ad armeggiare con un rubinetto ed una fastidiosissima goccia, tormento del suo sonno.

L’attore siciliano Enrico Lo Verso ammette che non si può dire molto sulla fotografia, ma afferma: «Mi è piaciuto il fatto che il corto sia stato realizzato! La collaborazione e la complicità di tutti coloro che si sono impegnati a renderlo possibile: è questo il punto principale. Si è partiti da un semplice pretesto, quale un rubinetto mal funzionante, e da qui è scaturita un’idea per un corto. Questa è creatività». Il soggetto è anche per lo stesso Lo Verso, qualcosa di già visto. Solo in un determinato momento, l’attore, aveva avuto una sorta di intuizione: «Ad un certo punto, nella scena del sogno dove il protagonista è circondato dai mostri, credevo che l’incubo fosse stato dettato dal fatto che il ragazzo non stesse più sentendo la goccia (quello è infatti uno dei pochi momenti in cui il fastidioso “plin-plin-plin” viene interrotto). La paura cioè era stata dettata dalla mancanza di questa sorta di rapporto servo-padrone (ragazzo-goccia)». Intuizione comunque poi contraddetta dalle scene seguenti. Il suo background recitativo e la sensibilità che ne consegue, infatti, lo hanno portato probabilmente ad una valutazione che va oltre l’idea originaria della scena. «Non lo trovo un prodotto competitivo – conclude l’attore – ma provarci è fondamentale!».

Marina Currao

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