A gennaio del 2002 erano stati arrestati all’aeroporto di New York, perché nel doppio fondo delle loro valigie sono stati trovati 7,5 chili di pastiglie di ecstasy. Marco e Massimiliano Calì, due fratelli catanesi di 43 e 41 anni, dopo alcuni anni trascorsi in un carcere del New Jersey, dovranno scontare il resto della loro pena a Catania. A stabilirlo è la corte d’Appello di Catania che, applicando le condizioni della convenzione di Strasburgo, ha riconosciuto la sentenza straniera. I due sono ritenuti parte di un’organizzazione che trasferiva le pasticche di droga dall’Olanda agli States, passando per Catania.
Indagini e intercettazioni, più di dieci anni fa, hanno portato a confermare l’esistenza di un «sistema» di trafficanti che aveva il suo crocevia nella città ai piedi dell’Etna. E che coinvolgeva, oltre ai Calì, anche alcuni cittadini sudamericani. Tra questi, anche una donna colombiana residente nel capoluogo etneo. La squadra mobile di Catania, collaborando con il dipartimento antidroga statunitense, ha chiarito che la rotta Catania-Amsterdam-New York era quella su cui lavorava l’organizzazione criminale.
A giugno del 2002, dopo sei mesi di indagini, sono state emesse misure cautelari nei confronti di cinque persone. Tra le quali anche Marco e Massimiliano Calì. Entrambi sono stati raggiunti dal provvedimento nella casa circondariale di Patterson, dove erano detenuti. Negli Stati Uniti sono stati condannati a oltre sette anni dietro le sbarre. Una pena che sconteranno nel Catanese.
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