I numeri sul consumo di droga sono in crescita, come testimoniano anche le fiorenti piazze di spaccio che emergono dalle operazioni delle forze dell’ordine come quella di oggi. Dati che allarmano e che hanno spinto la prefettura, nel suo ruolo di prevenzione e controllo del territorio anche in tema di sostanze stupefacenti, a organizzare oggi un incontro nella sede di via Cavour tra i dirigenti di circa 90 scuole e la professoressa Francesca di Gaudio, che dirige il laboratorio del centro tossicologico di riferimento della Regione Sicilia del Policlinico Paolo Giaccone, nato dieci anni fa.
Presente anche, oltre alla stessa prefetta Antonella De Miro, anche l’assessora comunale alla scuola Giovanna Marano. Dai dati diffusi oggi, nei primi sei mesi del 2019 le segnalazioni arrivate in prefettura sul consumo di droga sono state 1556. Di questi sono state segnalate per la prima volta 760 persone di cui 95 minori. Il più piccolo di questi ha 13 anni. In tutto lo scorso anno le segnalazioni totali erano state 2992, di cui 180 minori.
«Intanto il problema c’è ed è reale – spiega Di Gaudio – la Prefettura ha avuto questa sensibilità sull’argomento, in particolare riguardo alle scuole che sono a contatto con i nostri giovani, dato che il consumo è in aumento. È infinita la tipologia di droghe dal punto di vista chimico, per cui molte di queste passano inosservate ai sistemi di rilevazione e controllo e sottovalutate dei consumatori, considerate quasi come se fossero delle erbe medicinali o degli integratori. Sono inoltre facilmente fruibili su internet perché da quando una nuova sostanza viene messa in circolazione, che poi non è detto che sia di sintesi spesso, invece, estratti di piante, e viene rilevata dall’organismo statale e inserita in una norma e viene vietate è passato tanto di quel tempo che ormai è passata di moda e ne è arrivata già un’altra».
Tantissimi ragazzi, afferma ancora la professoressa la trovano fuori da scuola o nei negozi come gli smart shop. Oltre al consumo, «aumentano anche i casi di incidenti – sottolinea – perché i ragazzi guidano sotto effetto di droga che viene associata spesso all’alcol. C’è anche un aumento pazzesco dell’uso di cocaina, la droga dell’energia, del sentirsi potenti, anche alla guida, quindi eccedono nelle loro condotte. È dunque veramente necessario intervenire sulle scuole e fare sinergia tra gli enti della pubblica amministrazione che si occupano di gestire questa problematica».
Ed è ancora più complesso occuparsi di alunni e famiglie quando si insiste su un quartiere periferico, spesso abbandonato a se stesso. «Le scuole devono fare un’attività di informazione e di prevenzione importante unite al coinvolgimento delle famiglie – spiega Antonella Di Bartolo dirigente scolastico dell’Ics Sperone Pertini – Ma è necessario anche informare i ragazzi sui danni che provocano le droghe e si dovrebbe intervenire sul problema della devianza. Un ragazzo che spaccia è già uscito dal circuito scolastico e dalla tutela familiare e quindi deve essere recuperato e riportato sulla strada delle legalità. È molto significativo che la prefettura abbia voluto fare questa iniziativa. Un’istituzione sempre molto vicina alle scuole ed è importante che noi sentiamo di lavorare in sinergia alle forze di polizia e alla stessa prefettura».
La dirigente in particolare si sofferma sui ragazzi che hanno più bisogno di aiuto: «Bisogna recuperare ragazzi già compromessi, sia nello spaccio che nel consumo. Mi sono ritrovata a dovermi confrontare con famiglie pesantemente coinvolte, con casi di detenzione a causa dello spaccio di droga. In queste situazioni è chiaro che anche i bambini vengono coinvolti in queste brutte storie. Anche qui l’intervento deve essere di tipo sociale sulle opportunità di formazione, di lavoro. Di recupero delle persone anche di cura del quartiere. Una periferia degradata è ovvio che consente comportamenti devianti, come se fosse una conseguenza normale. È chiaro che è proprio su quello che dobbiamo lavorare, sul recupero delle periferie perché spesso dalla tenuta delle periferie spesso dipende la tenuta delle grandi città».
I dati dei primi sei mesi del 2019 parlano chiaro: «Numerosissimi sono i minori che vengono segnalati per la prima volta – sottolinea De Miro – si abbassa anche l’età media e il minore più piccolo ha 13 anni ma non è solo uno, sono tanti che hanno quasi quell’età, anche ragazzi di 14 anni. Ho ritenuto importante aprire un fronte di dialogo con la dirigenza scolastica perché oltre all’impegno con grande attenzione al controllo del territorio, è importante parlare di prevenzione anche attraverso la formazione e la conoscenza. Ci sono anche droghe nuove che si affacciano all’attenzione e all’interesse dei ragazzi e quindi era necessario l’intervento della professoressa Di Gaudio perché le scuole fossero messe a conoscenza dei nuovi pericoli». Un confronto utile per avviare al loro interno dei progetti per intercettare i ragazzi, monitorare i loro comportamenti e anche dialogare con le famiglie, «avvicinandole a questo problema anche con il supporto delle istituzioni – conclude la prefetta – Oggi si inizia un percorso per questo nuovo anno scolastico che vede collaborare insieme la prefettura, l’Asl di Palermo e gli istituti scolastici. Come ha detto una dirigente scolastica “il benessere dei ragazzi sta a cuore non soltanto alla scuola ma a tutte le istituzioni, che devono farsene carico”».
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