Droga, confiscati beni per oltre un milione di euro Padre e figlio dichiaravano al fisco cifre irrisorie

La polizia ha sottoposto a confisca un patrimonio del valore complessivo di oltre un milione di euro riconducibile a Tommaso Catalano, 58 enne palermitano, e al figlio Pietro Catalano, di 37 anni. Il tribunale di Palermo – sezione Misure di Prevenzione, accogliendo le proposte del questore Renato Cortese, ha emesso un decreto con il quale ha disposto la confisca di numerosi beni riconducibili a padre e figlio. Il provvedimento ablativo ha interessato un cospicuo patrimonio, ritenuto frutto e rinvestimento di attività illecite, costituito da tre appartamenti che si trovano a Palermo, un immobile a Campofelice di Roccella all’interno di un complesso turistico-residenziale dotato di piscina condominiale e servizi vari, una villa a Trabia e una autovettura Mercedes GLK 200, tutti intestati a familiari conviventi.

I due Catalano, per gli inquirenti, sono soggetti stabilmente inseriti in circuiti criminali dediti alla detenzione ed al traffico di sostanze stupefacenti. Già nell’ottobre del 2015 i due erano stati arrestati, in esecuzione di un provvedimento emesso dalla procura della Repubblica di Palermo, nell’ambito dell’operazione di contrasto al narcotraffico denominata Panta Rei, perché ritenuti gravemente indiziati dei reati di traffico, detenzione e trasporto di sostanze stupefacenti aggravati dall’aver agevolato Cosa nostra. 

Dalle indagini è emerso come i Catalano, padre e figlio, fossero soggetti organici a una consorteria criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti (hashish e cocaina), in particolare tra la Campania e la Sicilia, per la quale hanno gestito la rete di vendita, il procacciamento della clientela, l’importazione della sostanza stupefacente dalla Campania e il mantenimento dei contatti con i fornitori. Padre e figlio vantavano poi contatti ramificati con il mandamento mafioso di Porta Nuova. Per questi motivi sono stati condannati rispettivamente alla pena di sei anni e otto anni di reclusione.

Successivamente, nel febbraio 2017, mentre si trovava ancora in regime detentivo a Pietro Catalano è stata notificata una nuova ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione denominata Back Again, a carico di 16 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di detenzione, cessione e traffico di cocaina, eroina, hashish e marijuana. Ecco perché a partire dal 2017, l’ufficio Misure di Prevenzione della questura di Palermo ha condotto indagini patrimoniali nei confronti sia di Tommaso Catalano che del figlio Pietro, nonché dei rispettivi nuclei familiari conviventi che hanno consentito di accertare una sproporzione economica tra gli acquisti mobiliari e immobiliari effettuati dagli stessi e i redditi percepiti.

In seguito a tali accertamenti i Catalano sono stati prima proposti per l’applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale e, successivamente, raggiunti dai decreti di sequestro beni emessi dal tribunale di Palermo  tra il 2017 e il 2018, e che oggi sono divenuti oggetto di confisca. Con il medesimo provvedimento il tribunale ha anche applicato la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno per la durata di tre anni e mesi sei a Tommaso Catalano e di due anni e mesi sei per il figlio Pietro.

Andrea Turco

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