Continuano le indagini sul traffico droga lungo l’asse Sicilia-Calabria. Dopo il caso dei 16 in manette a marzo, – tra Randazzo,Castiglione di Sicilia, Maniace e Aci Catena, Reggio Calabria, Ragusa e Messina – questa volta la squadra mobile etnea ha eseguito in queste ore 17 arresti – di cui otto in flagranza di reato – tra Catania e l’area jonica calabrese della Locride. La procura etnea, che coordina le indagine, contesta i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e la detenzione e lo spaccio delle stesse.
Un’indagine che avanti da un paio d’anni lungo le rotte della droga al Sud Italia. Il business che unisce maggiormente gli interessi delle mafie: la ‘ndrangheta calabrese e Cosa nostra siciliana, ma anche gruppi autonomi. Come i 17 arrestati, ai quali sono stati anche sequestrati quattro chili di cocaina e 200 grammi di marijuana.
I promotori del gruppo, secondo i magistrati, sono Luciano Francesco Iannuzzi, Alfredo Titola e Giovanni Mirabella. Dopo l’intermediario Pasquale Catanzariti, nella gerarchia criminale figurerebbe il confezionatore Alfio Barbagallo. A custodire e spacciare le droga erano invece Francesco Bandieramonte, Antonio Capilli, Fabio Furnari, Claudio Ioppolo, Cristian Lo Faro, Danilo Saitta, Claudio Scalia, Carmelo Scilio, Vittorio Spampinato. A collaborare erano invece Giovanni Marano e Salvatore Raciti.
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