Dpef Sicilia, giù Pil e consumi

“Sono ormai cinque anni che la Sicilia vive una spirale di arretramento economico e sociale che va oltre la congiuntura e sta diventando un dato strutturale”. E’ quanto si legge nel Quadro programmatico inserito nella bozza del Dpef (il Documento di programmazione economica finanziaria) della Regione siciliana, che l’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, ha illustrato nei giorni scorsi a sindacati ed associazioni di categoria, prima che venisse discusso in Giunta. Una presentazione che aveva il preciso scopo di iniziare un confronto concreto e duraturo con chi ha il polso della situazione sull’andamento del sistema produttivo siciliano.

Per Bianchi, infatti, era importante conoscere le parti sociali, con le quali condividere eventuali modifiche da inserire nel documento. “Rispetto al vecchio Dpef varato dal precedente Governo regionale il nuovo testo – ha spiegato ai presenti – è profondamente diverso nei contenuti. Inoltre, per quel che riguarda le politiche di sviluppo, le uniche possibilità provengono da una riprogrammazione dei fondi strutturali, dalla spesa comunitaria, e dal Piano di azione e Coesione. Queste – ha proseguito l’assessore – sono le uniche risorse per poter mettere in atto politiche di sviluppo. Per il resto, l’attenzione sarà orientata ad una necessaria spending review, a cui dovranno seguire indispensabili investimenti pubblici”. (a sinistra, foto della Sicilia tratta da canicattiweb.com)

In altre parole, “niente trippa per gatti”, visto che la lunga durata della crisi sta mettendo in ginocchio il tessuto economico e sociale. Un Quadro programmatico sconfortante, quello evidenziato da Bianchi, che mette a fuoco un ciclo negativo che investe tutto il Sud, ridisegnando la mappa delle attività imprenditoriali, con il rischio di scomparsa di interi settori industriali. Una prospettiva drammaticamente attuale nell’Isola.

“In questo contesto – si legge nella bozza – gli elementi di vitalità, che pure esistono, non riescono a compensare l’arretramento competitivo generale del sistema produttivo, con gravi riflessi per l’occupazione, caratterizzata da una strutturale carenza di occasioni di lavoro, specialmente a medio-alta qualifica, in particolare per giovani e donne. A fronte della relativa tenuta della componente estera (grazie alle esportazioni di petrolio ndr), in Sicilia c’è stato un vero e proprio crollo della domanda interna”.

La Regione paga la pesante flessione dei consumi, attribuibile alla contrazione dei livelli di occupazione (calati anche a seguito della chiusura di molte piccole e medie imprese) e dei redditi delle famiglie. Questi fattori hanno determinato il peggior andamento del Pil, che da 0,6% del 2007 è scivolato pericolosamente a -2,7%. Su questi risultati incidono ulteriormente le quattro manovre correttive di finanza pubblica del 2010 e del 2011, soprattutto a causa della forte contrazione prevista nella spesa per gli investimenti.

Senza una ripresa del processo di accumulazione capace di rilanciare lo sviluppo, la Regione continuerà inevitabilmente il suo avviamento di recessione e crisi finanziaria. Non solo. Malgrado tutti gli sforzi possibili per una politica di bilancio rigorosa che consenta una riduzione della spesa corrente, l’equilibrio di bilancio sarebbe comunque compromesso dall’andamento dell’economia reale. Ecco perché la Regione insiste su una diversa considerazione della spesa per gli investimenti nel Patto di Stabilità e Crescita europeo, come dichiarati anche da Mario Monti, a sostegno della golden rule.

Per il risanamento della finanza pubblica regionale il Governo presieduto da Rosario Crocetta si avvarrà del supporto dello Stato, attraverso una serie di interventi da definire e da attuare nell’ambito di una cooperazione e reciproca collaborazione. Tra le priorità dell’esecutivo regionale ci sarà quella di istituire alcuni tavoli sulle principali aree di crisi economiche e finanziarie, con il coinvolgimento delle forze economiche e sociali territoriali (alle quali il precedente Governo Lombardo aveva chiuso le porte, provocando poi la grande manifestazione del 1° marzo scorso, ndr). (a destra, foto tratta da yeslife.i)

L’azione del Governo della Regione sul fronte della spesa di sviluppo si concentrerà nell’utilizzo di risorse pubbliche pari a 7,1 miliardi di euro. E’ stata realizzata un’analisi per quantificare ex ante gli effetti prevedibili di questo utilizzo, nel prossimo triennio 2013-2015, sul livello di attività economica della Sicilia, operando in base ad alcune premesse di metodo ed all’uso dello strumento analitico di revisione in dotazione al Servizio statistica della Regione (Mms- Modello multisettoriale della Regione siciliana).

 

Marina Pupella

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