Ormai il destino della formazione professionale in Sicilia e la sorte degli ottomila operatori sono marcatamente segnatati con segno negativo.
Il servizio formativo è stato reso per certi versi inaccessibile agli allievi e un numero abbastanza significativo doperatori quasi certamente uscirà dal sistema con una lettera di licenziamento in tasca. Laver previsto lavvio delle attività durante il periodo estivo rappresenta un vero e proprio insulto al buon senso.Vuol dire non aver a cuore le sorte degli allievi. Rappresenta più un atto ispirato da logiche ragionieristiche che un provvedimento volto a migliorare lofferta formativa.
In sostanza, credo, penso voglio convincermi del fatto che il dirigente generale del dipartimento regionale della Formazione professionale, dottor Ludovico Albert, essendo Piemontese, non si renda bene conto che nella nostra bella e martoriata Sicilia far frequentare ai giovani, nella stagione estiva, dei corsi è molto difficile se non impossibile. Salvo che qualcuno non preveda di svolgere le attività in riva al mare.
Quando alla sorte degli operatori basta rifarsi alle dichiarazioni di qualche sindacalista riportate da alcuni organi di stampa. Si prevedono più di mille esuberi causati dalladozione dellunità di conto standard (UCS) introdotto dal dottor Ludovico Albert.
Attenzione: si sarebbe trattato di una cosa buona è giusta se e solo se lintroduzione dellUCS fosse stata accompagnata dalla puntuale e corretta applicazione delle leggi regionali a salvaguardia dei livelli occupazionali degli operatori assunti al 31 dicembre 2008.
Che cosa fanno gli organi preposti per risolvere i problemi? Continuano a riunirsi per discutere e ridiscutere di questioni e problemi che loro stessi hanno volutamente creato. E come se non bastasse, imperterriti continuano a percorrere le stesse vie che hanno portato alla destrutturazione del sistema.
Considerata la gravità del momento non bastano le dichiarazioni di buoni principi. Di questi gli operatori non sanno che farsene e sicuramente non gli bastano per assicurare alle loro famiglia il giusto e sacrosanto sostentamento. Come non si ritiene appropriato e sufficiente nominare sottocommissioni o fantomatici comitati dindirizzo e concertazione.
Gli attori che recitano attorno alla formazione professionale sanno bene quali sono i veri problemi. Conoscono bene le questioni che travagliano il settore. Non cè assolutamente bisogno di istituire nuovi organismi per attribuirgli le stesse ed identiche prerogative che istituzionalmente gli sono proprie. A maggior ragione se questi nuovi organismi sono costituiti dagli stessi ed identici personaggi che hanno determinato la paralisi del settore. Un ammalato volendosi curare non si affida più allo stesso medico che ha sbagliato la diagnosi del suo male. Non si affida più alla stesso medico che gli ha prescritto una cura che non solo non ha debellato il male, ma ha creato nuovi ed irreparabili danni al suo organismo.
Se al capezzale della formazione professionale vengono chiamati gli stessi funzionari regionali, gli stessi presidenti degli Enti, gli stessi sindacalisti e lo stesso dirigente generale cè poco da sperare. Il sistema continuerà inesorabilmente a crollare e sotto le macerie si troveranno i cadaveri degli operatori.
Ed allora la soluzione a mio modesto avviso è solo una: tutti quelli che hanno programmato, appoggiato e condiviso la politica della cosi detta riforma del settore vantata e pavoneggiata dal trio LAC ( Lombardo, Albert e Centorrino) devono avere il coraggio di ammettere di aver sbagliato e di dimettersi dalla carica e come si dice in siciliano conta lu ganni e scotola li pinni coghemini li strocchiuli e ghiamininni.
E siccome u pisci fete sempri ra testa, a dare lesempio dovrebbe essere il dirigente generale, dottor Ludovico Albert. Tanto il chiarissimo Professor Mario Centorrino, bontà sua , si è dimesso e il presidente della regione, Raffaele Lombardo, ha preannuciato le sue dimissioni entro la fine del prossimo mese (sempre che non lo mandino a casa prima).
Attendiamo fiduciosi che Albert capisca…
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