Dossier Immigrazione 2005

La pubblicazione del dossier è stata salutata da Mons. S. Gristina, Arcivescovo di Catania, come “la dimostrazione del fatto che l’immigrazione è una realtà umana che riguarda tutti noi e che impegna attivamente la Chiesa di Catania”.
L’incontro è stato aperto da P. Barcellona, docente e direttore del Centro Braudel, che ha sottolineato l’importanza di una maggiore apertura al vero scambio culturale in una società ormai dominata dalle logiche, a volte storpianti, della globalizzazione. La presenza di immigrati di diverse nazionalità rappresenta inoltre, secondo il Professore, una possibilità d’arricchimento culturale da non sottovalutare.

La Prof.ssa R. Palidda della Facoltà di Scienze Politiche ha prospettato  un quadro dei problemi tra gli immigrati e il mondo del lavoro, legale e sommerso. Secondo questa analisi il problema degli sbarchi di clandestini e del continuo arrivo in Italia di stranieri sprovvisti di permesso di soggiorno, sarebbe strettamente legato alla presenza di una cospicua offerta di “lavoro nero” proveniente dal nostro Paese, problema per il quale il Governo non è ancora riuscito a trovare delle valide soluzioni. La trasformazione dell’Italia da paese di emigranti a “terra promessa” per immigrati di ogni nazionalità provoca certamente un effetto destabilizzante sul Paese, che si dimostra molto arretrato in materia di orientamento all’accoglienza, demonizzando la figura dello “straniero”, senza creare i presupposti per una società multietnica e organizzata secondo schemi di apertura e confronto col “diverso”.

Il Dossier sull’Immigrazione rappresenterebbe, dunque, un primo passo concreto verso un’analisi rigorosa e scientifica del problema e, secondo il giudizio della professoressa Palidda, sarebbe soprattutto “uno strumento prezioso per chi fa ricerca e per chi progetta interventi sociali nell’ambito dell’immigrazione”.

Don G. Bellia, esperto di storia dell’archeologia, ha invece interpretato il problema in chiave biblico-teologica puntando l’attenzione su quei passi biblici che testimoniano la  presenza del problema dell’immigrazione in tempi anteriori alla nascita di Gesù Cristo e identificando nel popolo d’Israele il prototipo del popolo di emigranti, “ospiti” nei secoli di una terra e poi di un’altra, senza sosta.

L’intervento di Don Santino Tornesi, curatore del dossier, ha di seguito chiarito, grazie a una rapida sequenza di slides, la vera situazione dell’immigrazione in Italia, con particolare attenzione ai dati siciliani, riportando numeri e statistiche: se nell’Europa a 25 gli immigrati sono quasi 24 milioni, solo in Italia se ne contano 2.800.000 nel 2005. A differenza di quanto evidenziato dalla propaganda dei media (attenti ormai solo alle notizie più eclatanti e cruente, come il dramma legato agli sbarchi di clandestini), solo il 10% degli immigrati arriva nel nostro Paese senza un regolare permesso di soggiorno e di lavoro, a dimostrazione del fatto che la presenza degli stranieri in Italia è ormai divenuta una necessità dettata dall’economia e dalla creazione di posti di lavoro che vengono ormai quasi esclusivamente occupati da questa nuova forza lavoro. In Sicilia gli immigrati con regolare permesso di soggiorno rappresentano l’1,7 % della popolazione totale, ma gli interventi che vengono stanziati dal Governo per sostenere la loro presenza sono davvero minimi se confrontati con i 115 milioni di euro stanziati, solamente quest’anno, per contrastare il fenomeno dell’immigrazione irregolare.

Che la strada giusta per creare una società più equa e bilanciata non sia quella della repressione lo dimostra il conciso intervento di Don V. Di Trapani, Direttore della Caritas di Catania. Egli ha prospettato il lavoro che la Caritas svolge a Catania in materia di accoglienza degli immigrati attraverso attività volte a sviluppare la fraternità e il rispetto della diversità: dal servizio mensa all’accoglienza diurna e notturna per senza tetto provenienti quasi sempre dai paesi dell’est, passando per i centri di ascolto e le missioni internazionali. Ciò che la sua testimonianza dimostra è la possibilità di creare un ponte tra culture, un ponte tra esseri umani, tutti unici e speciali nella loro unicità.

I brevi interventi della dottoressa Giaquinta, della Questura di Catania-ufficio immigrazione, della dottoressa Lanteri dell’ASL 3 di Catania, della dottoressa Scuderi della “Casa dei popoli” e la testimonianza di Erik Vangou hanno, infine, sottolineato la comune volontà di creare una rete d’azione capillare per una migliore gestione del crescente fenomeno dell’immigrazione, attraverso la creazione di figure professionali preparate, che potranno trovare un valido sostegno nello studio del “Dossier sull’Immigrazione 2005″, così come sottolineato da tutti i relatori nel corso dell’incontro.

Cristina Perrotta

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