“La messa in onda dell’inchiesta di Report rappresenta la prima sconfitta subita da chi ha in mano il potere nella città. Francamente però non è possibile che queste conoscenze siano arrivate ai cittadini catanesi solo attraverso quelle immagini. Dovevano già appartenere al bagaglio di ognuno di noi”. Con queste parole Dario Montana, fratello del commissario di polizia Beppe Montana ucciso nell’85 dalla mafia a Palermo e presidente del coordinamento catanese di Libera, è intervenuto ieri a ‘Catania dopo Report’, incontro organizzato all’interno dell’ex Monastero dei Benedettini. Montana sottolinea la complicità della cittadinanza che, con il suo silenzio, con la sua incapacità di far rete ed il mancato sfruttamento delle risorse sociali, culturali e intellettuali della città, non è riuscita a contrastare il blocco di potere che governa Catania.
Molto dure anche le parole di Antonio Condorelli, giornalista freelance che ha collaborato con Ranucci per la realizzazione de ‘I Vicerè’: “Se volete lavorare a Catania, basta chiedere a Lombardo”. Interpellato circa il funzionamento di alcuni enti cittadini, Condorelli ha evidenziato per esempio che, connettendosi al portale della Ferrovia Circumetnea, si scopre che alcuni vincitori degli ultimi bandi di assunzione sono direttamente collegati al leader dell’Mpa. Mimmo Cosentino, di Rifondazione Comunista, si è soffermato sugli interventi di numerosi intellettuali che, dalle pagine de ‘La Sicilia’, hanno preso le difese del quotidiano locale e del suo editore e direttore Mario Ciancio. “Accanto al largo consenso su Report c’è stata una protesta, operazione portata avanti attraverso l’unica voce di informazione della città. Barcellona, Buttafuoco e Iachello con i loro interventi si sono schierati a fianco del sistema di potere che governa la città”.
Alle parole di indignazione seguono (per fortuna) anche quelle di proposta. “A noi interessa proporre un coordinamento delle forze che voglio contrastare questa concentrazione di potere. Il tutto deve avvenire nel rispetto delle specificità delle numerose esperienze cittadine”. Raccogliere i cocci e ricostruire la città, è questa la speranza di tutti gli intervenuti al dibattito.
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