Dopo avere straparlato su Muos, No Muos e mafia, Rosario Crocetta tenta l’ultima arrampicata: sugli specchi

Prima il bastone, poi la carota. Prima l’insulto, poi l’invito al dialogo. Rieccolo, Rosario Crocetta, presidente di una Regione senza testa. Il governatore che prima dice una cosa, poi ne dice un’altra, poi un’altra ancora.

Oggi tutti i giornali sono pieni delle sue esternazioni sulla mafia che starebbe – niente di meno! – nel Movimento No Muos, tra le Mamme No Muos, insomma con tutti quelli che non la pensano come lui.

Del resto, Crocetta è in buona compagnia. Alfonso Cicero, prima commissario, ora presidente dell’Irsap, qualche mese fa, è stato richiamato dal segretario generale della Cgil Funzione pubblica siciliana: “Cicero la smetta di dare del mafioso a chi non la pensa come lui”.

Non c’è da stupirsi che Crocetta e Cicero procedano sulla stessa barca. Accanto a loro c’è Ivan Lo Bello, leader di Confindustria Sicilia, stessa ‘Parrocchia’ di Crocetta e Cicero, che ieri ha attaccato i parlamentari dell’Ars che si rifiutano di fare da sgabello ai industriali – o presunti tale – della Sicilia. Morale: Lo Bello è stato ‘strigliato’ a dovere la presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone: “A Sala d’Ercole non ci sono mafiosi”, ha detto il numero uno del Parlamento dell’Isola.

Chi manca all’appello? Ovviamente, il senatore Giuseppe Lumia, l’uomo della mille antimafie, pronto ad accusare a destra e a manca, ma mai disposto a guardare nella propria bisaccia. Anche Lumia, ovviamente, pronto a utilizzare l’antimafia come la clava.

A quanto pare, però, l’arma dell’antimafia a corrente alternata, da sputtanamento a comando, sembra un po’ spuntata. Anzi, come recita un vecchio adagio pronunciato dai bambini: “La parola maledetta resta in bocca a chi l’ha detta…”. Insomma, l’antimafia da tre carte e un punto, più che sputtanante, oggi, sembra auto sputtanante. Tant’è vero che il presidente della Regione, stasera, fa una mezza marcia indietro.

“Ho impedito in tutti i modi l’istallazione del Muos a Niscemi, sia quand’ero parlamentare europeo sia da presidente della Regione – dice il governatore di se stesso -. Da parlamentare europeo mi è stato risposto che le direttive comunitarie in materia ambientale non si applicano per i siti di rilevanza strategica militare, da presidente ho fatto molto di più: ho revocato l’autorizzazione data dai precedenti Governi nazionale e regionale per l’istallazione dell’impianto per una sola questione di competenza regionale, quella della valutazione ambientale”.

“Quando l’Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato che il Muos non supera i limiti di emissione previsti dalla legge – aggiunge Crocetta – il Governo siciliano non ha avuto altra scelta che rispettare la legge, a meno di non commettere reati penali ed esporre la Regione a un risarcimento danni di 18 miliardi dollari”.

A parte il fatto che i reati, di per sé, sono penali, la storia del 18 miliardi di dollari è tutta da dimostrare. Ma Crocetta ci crede. Anzi, come i grandi retori dell’antica Grecia, crede a se stesso, fino in fondo: “Pretesa nata – dice sempre a proposito dei 18 miliardi di dollari – a causa delle precedenti autorizzazioni che hanno creato interessi economici dovuti in favore di terzi. Qualche gruppo che mi attacca mente sapendo di mentire, perché sa che oggi, quella del Muos, è una vicenda nazionale e che le decisioni possono prenderle il Governo nazionale e il Ministero della Difesa. Eppure tali gruppi non hanno presentato, fin ora, alcuna richiesta al Ministro della Difesa chiedendo di rivedere l’istallazione, come dire: demagoghi in piazza e reticenti in Parlamento. Tale scorrettezza istituzionale e politica – continua Crocetta – non si illudano non venga compresa dal popolo siciliano, che sa benissimo quale sia la posizione del presidente della Regione e del Governo”.

Infatti, presidente: il popolo siciliano sa benissimo da che parte sta lei: dalla parte degli americani, come ha dichiarato la scorsa settimana in un’intervista al quotidiano on line “La voce di New York”. L’ha dimenticato? Ha dimenticato, presidente, di aver detto che il Muos è “uno strumento di pace”? In effetti, con tutte le interviste, le dichiarazion i e le conferenze stampa è probabile che il presidente Crocetta dimentichi qualcosa. Capita.

“I ‘duri e puri’ – prosegue il presidente della Regione – rivolgano altrove la loro attenzione, facciano il proprio dovere e si distacchino da manifestazioni violente perché non è trasformando Niscemi in un’arena di violenze e scontri che si risolve la situazione, ma affrontando un dialettico e democratico confronto col Governo nazionale”.

Peccato che il governatore Crocetta non abbia mai posto la questione in Presidenza del Consiglio dei Ministri, dove il presidente della Regione siede con il rango di Ministro a norma dello Statuto che dice di rappresentare…

“D’altra parte – prosegue Crocetta attaccando chi gli fa notare le sue contraddizioni – alcuni sono gli stessi che anche in presenza di una revoca notificata dal Governo regionale, che aveva ratificato la richiesta di 25 mila euro di danni al giorno nei miei confronti, continuavano a dire che non era vero che avevo revocato le autorizzazioni per il Muos. Inoltre sarebbe opportuno, specialmente quando si protesta, chiedersi sempre con chi si sta accanto”.

A chi fa riferimento il ‘prode’ antimafioso Crocetta? Il passaggio, questa volta, resta oscuro come un frammento di Eraclito.

“Il Governo regionale – dice ancora il prode Crocetta – non ha alcuno strumento normativo per disciplinare o negare l’autorizzazione all’impianto militare già autorizzato dal precedente Governo, definito dal Ministero di rilevante importanza strategica per la difesa. Faccio appello alle organizzazioni no Muos – conclude il presidente – di riprendere il dialogo e il confronto e di evitare che accadano ulteriori episodi di violenza, per niente belli in un paese civile e democratico”.

Insomma, dovremmo tutti tornare a dialogare con lui. Dopo quello che ha detto dei No Muos e, in generale, dei Movimenti anti Muos.

Meno male che siamo in estate e tutte le finestre sono aperte…

 

Redazione

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