Sono tredici i medici del reparto di Ostetricia e Ginecologia del Policlinico di Messina indagati per la morte di Lavinia Marano, la 44enne che ha perso la vita lo scorso venerdì dopo aver messo al mondo un bimbo con parto cesareo. Non cinque come inizialmente trapelato, ma più del doppio sono le persone iscritte nel registro degli indagati dalla sostituta Rosanna Casabona, titolare del fascicolo che mira a far luce sul decesso della donna. L’accusa è di omicidio colposo.
Si tratta di tutto il personale medico e sanitario del reparto dove Marano è stata ricoverata e dove giovedì pomeriggio alle 18 ha messo al mondo il figlio Francesco. Oltre ai medici che l’hanno operata al Policlinico e monitorata fino al momento della morte, avvenuta 14 ore dopo il parto, risultano indagati anche i ginecologi che hanno seguito la 44enne durante la gravidanza. Si tratta di un atto dovuto per informare i medici dello stato delle indagini e consentirgli di partecipare, tramite i rispettivi legali, all’esecuzione dell’autopsia. Esame slittato a venerdì, quando la sostituta Casabona conferirà l’incarico al professore Antonio Chiantera e al medico legale Elvira Ventura. L’autopsia sarà eseguita nella camera mortuaria del Policlinico.
I familiari hanno chiesto sin da subito chiarezza, presentando subito una denuncia ai carabinieri. Vogliono capire perché Lavinia non ha partorito naturalmente e invece le sia stato consigliato il cesareo. Se durante l’intervento tutto sia stato eseguito con la dovuta perizia, visto che tre ore dopo aver messo al mondo il piccolo Francesco – che sta bene – mentre lo stava allattando, si è registrata un’emorragia che ha reso necessario un primo intervento per arrestare le perdite di sangue. Alle 4 del mattino di venerdì la situazione si è ulteriormente aggravata e i medici hanno dovuto asportare l’utero alla donna. Trasferita in Terapia intensiva cardiovascolare, dopo l’intervento è morta alle 8,45.
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