Don Pino Puglisi non avrebbe gradito l’etichetta di “Prete antimafia”

Sono convinto che don Pino Puglisi non avrebbe gradito l’etichetta di “prete antimafia” con la quale, comunemente, viene indicato. Credo, infatti, che, piuttosto, avrebbe preferito titolo più appropriato di testimone del Vangelo, di nunzio della Buona Novella a cui aveva, fin da ragazzo, consacrato la sua vita.

Don Pino Puglisi non aveva, infatti, praticato quella che, banalmente e sinistramente, viene definita “pastorale antimafia” ma, invece, aveva predicato la “Parola” di Cristo Gesù, il messaggio d’amore, ciò che significa ripudio della violenza ed aveva invitato alla conversione come strumento radicale cambiamento di vita.

Dunque, piuttosto che discorsi “contro” il suo magistero aveva puntato dritto alla ricomposizione sociale, all’esaltazione della dignità dell’uomo, ad alimentare la speranza nel segno della solidarietà e della giustizia.

La sua era, dunque, una vera pedagogia cristiana rivolta alla gente più fragile che abitava contesti sociali degradati e segnati da antiche storie di ingiustizia e di violenza. Una pedagogia fatta di discorsi semplici, di parole comuni, lontana dalle spettacolarizzazioni mediatiche alle quali, purtroppo, ci stiamo abituando.

Don Pino, non cercava la ribalta, ma guardava, dunque e soprattutto, alle nuove generazioni, a quei soggetti nei quali, richiamando una bella immagine del Gattopardo, la crosta ancora non si era formata. A quei giovani indicava la strada su cui incamminarsi, una strada che non prevedeva scorciatoie, che non esaltava le contrapposizioni, che faceva della mitezza, il porgere cioè l’altra guancia, certamente il più potente, ma anche il meno praticato antidoto alla sopraffazione e alla violenza.

Tutto questo non poteva che fare paura a chi, invece, alimentava la violenza, a chi coltivava il mito dell’uomo forte, a chi seminava la mala pianta mafiosa e guardava a quei ragazzi di borgata come vivaio da cui attingere manovalanza.

Ecco il motivo della sua morte. Una morte annunciata e, perfino, attesa come dimostrano le ultime parole rivolte al killer che l’avrebbe ucciso.

 

Pasquale Hamel

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