#DomenicalMuseo, ma non in Sicilia. Siti chiusi e poche info Tra autonomia regionale e decisioni lasciate ai Comuni

Scrive il sito istituzionale del ministero dei Beni culturali: «Torna il 7 dicembre #DomenicalMuseo. Tutti i musei e le aree archeologiche statali saranno visitabili gratuitamente». Segue pubblicità istituzionale, la stessa passata in tv. Dove si invita a «consultare l’elenco completo dei siti aderenti presente sul portale istituzionale del ministero». Un appuntamento con cadenza mensile. Turisti, cittadini curiosi, studenti irriducibili, immediato pensare: che occasione! Ancor più se vi trovate in Sicilia. Com’è risaputo, una tra le regioni italiane (e quindi del mondo) più ricche di beni culturali.

Ma organizzare la propria domenica, siciliana e culturale, non è così semplice come vorrebbe il ministero. Nell’elenco di riferimento non figura alcun sito sotto la voce Sicilia. Dal ministero dei Beni culturali rispondono: «Essendo la Sicilia una regione a statuto speciale, i siti aderenti non possono essere specificati direttamente dal ministero, devono essere stabiliti e comunicati dalla Regione». Come nel caso di Friuli Venezia-Giulia e Sardegna. Eppure, con la circolare numero 11 dello scorso tre luglio l’assessorato ai Beni culturali della Regione Siciliana comunicava formalmente l’adesione all’iniziativa ministeriale. Che accade?

Già a partire dal mese di luglio, l’iniziativa Domenica al museo aveva fatto registrare numerosi disservizi: siti aperti solo la mattina, altri al pomeriggio, altri ancora sbarrati o chiusi prima dell’orario indicato all’ingresso. Pubblico inferocito, non più di quello già provato dalle Notti al Museo, notti bianche e da tutte le iniziative simili precedenti a quest’ultima. La causa? Sempre la stessa: il tetto massimo delle giornate festive in cui i custodi dei siti sono obbligati a lavorare per contratto, pari al 30 per cento. Il mese scorso ad esempio, servì una circolare del dirigente generale dei Beni Culturali, Salvatore Giglione, per garantire la fruibilità, per l’occasione, di alcuni tra i più importanti siti culturali siciliani.

Telefonicamente, alla Regione nessuno alza la cornetta per dare informazioni o spiegazioni e consultare il sito istituzionale non illumina. È data notizia del rinnovarsi dell’iniziativa anche per il 7 dicembre, ma l’unico luogo esplicitamente indicato come aderente è il museo archeologico Antonio Salinas di Palermo. Mentre a Siracusa, la visita guidata del Tempio di Apollo, prevista lo stesso giorno, non presenta alcuna agevolazione di gratuità. Ulteriori informazioni? «Presso i singoli istituti», è la risposta ufficiale del sito della Regione. Tuttavia, non sarebbe più opportuno comunicare al pubblico almeno quali siti d’interesse – tra le migliaia presenti sul territorio – saranno quantomeno aperti?

A Catania, il Comune ha aderito all’iniziativa, ma solo da novembre. Con le dovute particolarità, tra l’altro: ingresso libero alla chiesa monumentale San Nicolò l’Arena ed a Palazzo della Cultura; tagliando ridotto per Castello Ursino, museo Emilio Greco e museo belliniano. Dal museo civico spiegano: «I siti non sono gestiti dal Ministero ma dal Comune, che ha deciso di aderire in tale maniera all’iniziativa. Non possiamo rispondere invece per l’apertura o il prezzario dei siti gestiti da Provincia e Regione». Alla sede della Provincia di Catania, di sabato, non c’è nessuno in ufficio a parte la centralinista: «Parlare con la responsabile sarà possibile da martedì». Da Palermo, né al Comune né alla Provincia rispondono alle telefonate.

Quel che domenica attende gli speranzosi vacanzieri culturali è dunque un vorticoso giro, ma di telefonate. Lo stesso sperimentato, in questo articolo, per reperire informazioni chiare: Regione, Province, Comuni, musei. Insomma, desiderio di una rilassante domenica culturale a spasso tra le bellezze della Sicilia? Se l’intenzione non è venuta meno, nonostante quanto sopra, il consiglio è tenere alla portata la soluzione d’emergenza: scegliere un belvedere, trovare una panchina, tirare fuori dallo zainetto un bel libro e godersi, all’ombra del sole, tutto quello che la Sicilia, oggi, sa offrire.

Marco Di Mauro

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