Vertenza 4U, doccia fredda per lavoratori Salta l’accordo per i contratti di solidarietà

Doccia fredda per i lavoratori del call center 4U, a Palermo. La firma dell’accordo per i contratti di solidarietà, che doveva arrivare ieri, è saltata. Restano così in mobilità i 175 dipendenti. Alla base del dietrofront dei sindacati, che nei giorni scorsi avevano accolto positivamente la notizia della «zattera di salvataggio» per i 370 lavoratori, la posizione dell’azienda che si è detta disponibile ad anticipare da luglio solo una minima parte dell’ammortizzatore.

«Avevamo accettato il contratto di solidarietà al 50 per cento, che chiaramente è già un grosso sacrificio per i dipendenti – spiega Francesco Assisi, segretario Fistel Cisl Palermo Trapani –, ma abbiamo chiesto all’azienda di anticipare tutta la quota integrativa dell’ammortizzatore sociale che spetta ai lavoratori, compresa quella che poi sarà versata dall’Inps, per sostenere ogni mese gli operatori e le loro famiglie che già pagano un alto prezzo con la riduzione di metà dello stipendio».

La mancata disponibilità della società di fronte alla richiesta delle parti sociali, è per il leader sindacale la dimostrazione che «non ha intenzione di investire per il rilancio, i lavoratori hanno accettato i sacrifici, la 4U ci venga incontro». I dipendenti sono riuniti in assemblea nei locali dell’azienda in via Ettore Maiorana. E chiedono un nuovo incontro all’Ufficio provinciale del lavoro.

Per il segretario della Slc Cgil di Palermo, Maurizio Rosso, e la componente di segreteria Slc Cgil di Palermo, Rosalba Vella, è «veramente un’incoscienza mettere a rischio un’azienda, con quasi 400 lavoratori, di un settore del futuro come quello dei servizi, su cui bisogna investire e rilanciare». La trattativa è andata avanti per 12, durante le quali, aggiungono i due sindacalisti, «l’Slc Cgil ha mostrato grande equilibrio cercando tutte le strade possibili per mettere al riparo 4U con un accordo in grado di rispettare l’occupazione, i sacrifici già chiesti ai lavoratori, il radicamento sul territorio». 

«Ma oltre una soglia di dignità e di professionalità non si può scendere, in un settore che deve puntare sulla qualità e sull’eccellenza del servizio – dicono Rosso e Vella -. Non è pensabile che un operatore di call center, che guadagna 500 euro al mese, possa non ricevere l’anticipazione dell’ammortizzatore sociale. Significherebbe vivere con 350 al mese. Una situazione non sopportabile». L’Slc Cgil auspica che dopo il verbale negativo sulla mobilità la trattativa riparta e l’azienda possa riflettere sulle proposte che il sindacato ha messo sul tavolo. 

Alla trattativa di ieri, conclusa alle 22.30, ha partecipato un fronte sindacale ricompattato. «Partendo dalla grande novità della ricomposizione tra le quattro sigle di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che hanno tenuto una posizione unitaria, auspichiamo che la vertenza possa ritornare presto nei ranghi di un ragionamento più responsabile, serio e costruttivo, per scongiurare la chiusura di questa importantissima azienda». 

«Ci auguriamo si possa trovare una soluzione – dice ancora Assisi -, i lavoratori sono molto preoccupati. Sarebbe un peccato rendere vani mesi di trattativa e l’impegno di sindacati e amministrazione comunale che ci è rimasta a fianco per salvare i posti di lavoro». «Difenderemo ogni posti di lavoro – assicura Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani – il nostro territorio non può permettersi l’ennesima crisi nel mondo dei call center, un settore per il quale da tempo, ormai, sollecitiamo le istituzioni affinché venga dotato di regole certe che consentano il rispetto dei diritti dei lavoratori».

Redazione

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