Diventa sempre più imbarazzante il silenzio della politica siciliana sul ‘caso’ Muliere

di Ignazio De Luca

LA COMMISSIONE SANITA’ DELL’ARS HA ACCERTATO CHE LA VICE QUESTORE DI CATANIA TRASFERITA D’URGENZA INDAGAVA SU UN TRAFFICO DI RICETTE E PRESCRIZIONI. A QUANTO AMMONTA IL ‘BUCO’ PROVOCATO DA QUESTA STORIA ALLE ‘CASSE’ REGIONALI? E COME MAI TACCIANO SIA IL GOVERNO, SIA L’ARS?

Dove eravamo rimasti? Questo l’interrogativo che pose Enzo Tortora ai telespettatori riprendendo le trasmissioni di Portobello interrotte a causa dello tzunami giudiziario, dal quale già era stato irrimediabilmente minato nel fisico e nella mente, complice una giustizia penale malata già allora, che lo aveva completamente travolto insieme ai suoi affetti più cari.

La stessa domanda ci poniamo noi, più modestamente, dopo aver pubblicato in anteprima il rapporto di polizia giudiziaria con puffo e croccantini in primo piano, “prove” di un sommario procedimento poliziesco clamoroso, inappropriato e grottesco, che ha portato alla rimozione della vice Questore aggiunto, dottoressa Adriana Muliere, ex dirigente del Commissariato di Nesima, a Catania.

Clamoroso, perché fin da subito l’opinione pubblica incredula non capiva come l’impegno animalista della poliziotta potesse produrre quegli effetti deleteri.

Inappropriato, perché anche il più sprovveduto dei cittadini non riusciva a spiegarsi lo spiegamento di forze impiegato per penetrare in casa propria (il Commissariato).

Grottesco, perché la scena del crimine è un cortile interno dello stesso Commissariato, dove trovavano ricovero tre randagi microcippati e sterilizzati, cui la Commissaria (ma non solo) forniva acqua e croccantini…

Ci sono voluti ben trentadue giorni ma alla fine l’inconfessabile verità è saltata fuori. “La Sbirra”, anche stavolta aveva azzeccato, come avevamo scritto, su queste stesse colonne, qualche giorno fa.

La denuncia del trafugamento di alcuni ricettari, ognuno composto da 100 fogli-ricetta dove si possono prescrivere sia i farmaci, ma anche costosissime indagini specialistiche come la Tac apre alla Poliziotta scenari investigativi ampi. Il collaudato sistema delle ricette rubate, già in passato, con il traffico delle fustelle false, aveva prodotto l’accumulo, illecito, di ingenti somme.

Oggi lo stesso sistema riveduto e allargato ad enti interdipendenti e collegati alle Farmacie, consente di trarre illeciti profitti per decine di milioni di euro. Risorse pagate dal sistema sanitario regionale.

L’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, dopo essere stata ascoltata dalla sesta Commissione dell’Ars, che col suo presidente Pippo Digiacomo ha secretato gli atti, ha dichiarato alla stampa che tutto parte dalla denuncia di “furto di ricettari ed episodi di comparaggio.

Senza mezzi termini, l’assessore Borsellino parla di furto di ricettari ed episodi di comparaggio, ovvero proprio le piste che su cui indagava la Muliere, tra mille difficoltà e resistenze anche istituzionali.

Infatti non solo la dottoressa Muliere disturbava centri di potere “intoccabili”, ma era la prima volta che le divise blu della Polizia si interessavano a questo tipo d’indagine.

Esiste un protocollo di intesa tra le Aziensa sanitaria di Catania (Asp), la Guardia di Finanza e i Nas, che i controlli in materia di Sanità siano svolti da quelle Polizie.

Succede che la dirigente di Polizia, Muliere, non solo disturba protettorati ben noti, ma addirittura con le note caratteristiche ufficiose che si ritrova di Poliziotta “ingestibile” e ” non collaborativa” rischia di provocare un vero e proprio terremoto nelle ovattate stanze del potere.

Ecco allora che si mette in moto il tipico meccanismo della delegittimazione, della terra bruciata attorno, della solitudine istituzionale, che colpisce i fedeli servitori dello Stato colpevoli di voler fare il proprio dovere fino in fondo.

La dottoressa Muliere, che con facile ironia può definirsi un cane sciolto, non avendo scheletri nell’armadio come la si può delegittimare? Screditandola, coprendola di ridicolo. La cosa viene organizzata nei minimi particolari e definita per l’opinione pubblica col blitz della Polizia in un suo Commissariato!

Scientificamente, per spezzarle la carriera, viene scelto per dirigere il Commissariato un dirigente molto più anziano d’età, con uno stato di servizio attivo diverso da quello della dottoressa Muliere, che fra cinque mesi andrà in pensione.

Accade così che, mentre la dottoressa Muliere, appena nominata a capo del Commissariato di Nesima, lo rivolta come si può fare solo con un calzino, trasformandolo da una sorta di cimitero degli elefanti in una formidabile macchina investigativa, il dirigente che la sostituisce alla guida del Commissariato di Nesima ripristina la normalità.

La legge 121/81 stabilisce che le funzioni amministrative, contabili e patrimoniali degli Uffici della Polizia di Stato devono essere assicurate dal personale civile amministrativo del Ministero dell’Interno. I compiti istituzionali degli appartenenti alla Polizia di Stato non prevedono attività burocratiche.

A quanto si racconta, il nuovo Commissario utilizzerebbe il personale che prima apparteneva alla squadra di polizia giudiziaria per altri uffici. Sembra che tra i poliziotti che con la dottoressa Muliere si sentivano protagonisti di un grande lavoro investigativo serpeggi, adesso, un sentimento di scoramento. Forse perché chiamati a svolgere compiti un po’ troppo burocratici?.

Questo è quanto succede in una Catania con vari primati criminali in campo nazionale. La dottoressa Muliere, come abbiamo più volte scritto, è stata trasferita. Mentre la sesta Commissione dell’Assemblea regionale siciliana – in pratica, la Commissione Sanità – ha preso atto dell’esistenza di un traffico illecito di medicinali: guarda caso, lo stesso traffico sul quale indagava la dottoressa Adriana Muliere unitamente alla squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato Nesima.

Insomma, una verità un po’ diversa da quella che le autorità ufficiali avevano raccontato è venuta a galla. Ma, stranamente, tutto tace.

Chissà cosa pensa di tutta questa storia il ministro degli Interni, Angelino Alfano. E chissà cosa ne pensano a Sala d’Ercole. Dove, sul ‘caso’ della dottoressa Nuliere si registra un silenzio assordante. E chissà perché questa ‘mangiuglia’ non interessa il governatore Rosario Crocetta.

Qualcuno saprà dare una spiegazione di tutto ciò?

 

Redazione

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