Disoccupazione, annunci su semafori e segnaletica Da «imbianchino italiano onesto» a estetisti e tecnici

Per alcuni sono solo degli «abusivi che lavorano in nero e non pagano le tasse», per qualcun’altro lavoratori come tutti gli altri perché «la crisi giustifica ogni mezzo». I protagonisti di questa storia sono di età ed estrazione sociale diversa, e qualcuno non è nemmeno catanese o italiano. Ma in comune hanno l’avere affidato la ricerca di un lavoro a carta, penna e nastro adesivo, appiccicando gli annunci sulle colonnine dei semafori, sui pali dei segnali stradali, sui manifesti dei concerti e sui muri delle case di Catania. Principalmente lungo le vie del cosiddetto salotto buono della città, tra corso Italia, via Gabriele D’Annunzio, viale Vittorio Veneto e via Giacomo Leopardi. E se c’è chi dice che «ormai la pubblicità si fa online sui siti specializzati ma un pizzino in più, alla vecchia maniera, non può fare male», c’è chi assicura che «non c’ho guadagnato né un euro e né un cliente». Come Fabio, 30enne tecnico del computer originario di Latina ma trapiantato a Catania per amore. 

«Quando ho lasciato la mia città per stare con la mia compagna, un’avvocata catanese, ho perso anche il lavoro che avevo a Roma», racconta Fabio. È in quell’occasione che opta per il volantinaggio sui semafori e sulle auto. «Era per farmi conoscere ma c’ho guadagnato solo piccoli lavoretti e un tizio che mi ha offerto di andare a letto con sua moglie dopo avergli tolto un virus dal computer», ride. Gli annunci di lavoro Fabio li ha disseminati in tutta la città un anno e mezzo fa, adesso è un web master e di «quei cosi» si era pure scordato. Non può testimoniare lo stesso insuccesso Franco, un imbianchino catanese di 73 anni. «Faccio questo lavoro da quando ne avevo 22 e la pubblicità per strada l’ho sempre fatta», spiega a MeridioNews. Aggiungendo comunque di non disdegnare anche quella sul furgone e sull’auto della moglie. Posti meno curiosi dei portici bianchissimi di via D’Annunzio dove ha messo un adesivo in cui si presenta come un «imbianchino italiano onesto». «Non ho nulla contro gli stranieri, anzi. Ho insegnato il mestiere a più ragazzi del Bangladesh e dell’Afghanistan che a giovani catanesi ma – continua – se la gente sa che sei italiano si fida di più». 

E, per provare che il suo annuncio non ha nulla di razzista, aggiunge: «I ragazzi di questa città si schifano a sporcarsi le mani e a tornare a casa con il naso sporco di vernice, gli stranieri farebbero di tutto pur di lavorare». A pochi metri dal suo manifestino ce ne sono molti altri. Un barbiere a domicilio, una squadra per ristrutturazioni e pittura di pareti e un’altra specializzata in levigatura e lucidazione dei pavimenti, musicisti professionisti nell’insegnamento della chitarra e anche un’estetista a domicilio che allega al numero di telefono anche il suo personale tariffario per ceretta, manicure, massaggi e pulizia del viso. E ancora, una parrucchiera per uomo a domicilio – che propone anche colpi di sole e taglio con rifiniture – e una persona che scrive: «Cerco lavoro in trattorie e ristoranti ma ho anche altre esperienze». 

Tra gli annunci più frequenti in giro per il capoluogo etneo ci sono quelli di un gruppo che propone di «sgomberare case, cantine e garage in cambio di oggetti da realizzare» e di alcuni stranieri che offrono corsi di lingua inglese gratuitamente. Ma anche molti studenti universitari e laureati che propongono lezioni private. «Non chiediamo soldi in cambio, ci teniamo a offrire un servizio perché l’inglese è importante», si limita a spiegare uno degli autori dell’annuncio di lezioni d’inglese, che preferisce rimanere anonimo. Perché, dice: «Non so se in Italia con un annuncio non regolarmente registrato si possano passare dei guai». E se il lavoro nero è considerata una delle peggiori piaghe del Mezzogiorno, per fronteggiare l’emergenza della disoccupazione molti sembrano aspettare una soluzione migliore di attaccare il proprio curriculum a un palo, della luce in questo caso. 

Cassandra Di Giacomo

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