Disegnatore e inchiostratore affermato ormai a livello nazionale, è pronto adesso a sbarcare anche sulle reti Rai: è il palermitano Emanuele Gizzi, classe 1989, che da dieci anni lavora nel settore, disegnando attualmente Dragonero, il bestseller fantasy scritto da Luca Enoch e Stefano Vietti, edito dalla Bonelli, la cui trasposizione animata arriverà presto su Rai Gulp. Gizzi inizia a lavorare quando è ancora al secondo anno della Scuola del Fumetto, tra il 2009 e il 2010, cimentandosi sul volume di 52 pagine Sandokan: notte di sangue, per Nicola Pesce Editore. Da qui parte la carriera di questo appassionato 30enne, che ha anche lavorato per Star Comics sulla miniserie San Michele, scritta da Coppe e Celoni, lavorando anche sugli adattamenti a fumetti dei romanzi con protagonista il commissario Ricciardi, collaborando poi con gli USA disegnando per Activision Black Ops 4, fumetto appartenente al Brand di Call of Duty.
«Bonelli rappresenta la realtà che ha fatto scuola in Italia sia a livello creativo che industriale e lavorare con loro è un impegno quasi totalizzante», afferma quando lo incontriamo all’uscita da una delle lezioni di Arte del fumetto che tiene all’Accademia di Belle Arti di Palermo. «Da qui, da questa città, posso lavorare a qualsiasi progetto ed una delle cose più belle dello stare a Palermo per lavorare in questo campo è il non doversi spostare, avendo qui sia la Scuola del Fumetto che l’Accademia» afferma, mostrando una certa soddisfazione nell’essere rimasto nella propria città senza aver dovuto rinunciare al proprio duplice lavoro di artista e insegnante. «A me piace insegnare tanto quanto esercitare la professione, tanto che a 19 anni, appena uscito dalla Scuola del Fumetto di Palermo, sono passato ai PON nei licei, poi alla scuola stessa e ora in accademia, dove mi occupo di una materia strutturata in maniera enormemente varia, una sorta di grande contenitore di tutto quello che riguarda la realizzazione di un prodotto fumettistico», spiega parlando del proprio impegno come docente.
«Quello che manca a Palermo – dice a un certo punto – è uno studio che permetta di fare squadra, perché una dimensione di studio, come ne esistono altre in Italia, rende possibile lo sviluppo di un lavoro cooperativo e organizzato». Questa l’idea, secondo lui, di come il mondo del fumetto locale potrebbe crescere ulteriormente. «Palermo può diventare un centro culturale, vuoi o non vuoi, la Scuola del Fumetto ha creato un centro di interesse rendendo la città una realtà nazionale in crescita con autori che cercano di collaborare il più possibile» afferma, convinto che il mercato possa ancora crescere e svilupparsi portando benefici economici sia ai singoli che alla città in generale. «Io credo sinceramente che scuole e corsi di fumetto siano proliferati e che ci siano molte più persone che ambiscono a posti di lavoro limitati. Ma è pur vero comunque che la qualità dei lavori debba essere alta – spiega -, serve la giusta mentalità per lavorare in questo ambito». Gizzi è convinto che quella dell’arte sequenziale non sia solamente una moda passeggera, «posso dire di avere avuto la fortuna di iniziare presto a insegnare e non mi è mai capitato di vedere ragazzi bravi non lavorare», tiene a precisare, parlando per esperienza diretta.
«Questo è un mondo che offre molti più posti di lavoro di quanti si possa pensare – rivela Gizzi -. Solo nell’ambito del disegno, che è solo una parte del prodotto fumettistico, esistono professionalità molto varie come inchiostratori, disegnatori, coloristi, matitisti e via dicendo, questo senza considerare sceneggiatori, editor, correttori di bozze, grafici, letteristi e tutta la componente più strettamente editoriale che si occupa di ogni singolo volume», spiega cercando di farci capire quante siano sfaccettate le diverse professionalità impiegate nella realizzazione di un semplice fumetto, e quanto lavoro ci sia effettivamente dietro. «È un lavoro che paga quanto produci, che richiede impegno e ti restituisce ciò che investi. Io ho aperto il mio primo fumetto a sei anni, era un albo Bonelli e ora che lavoro per loro posso dire di avere centrato il mio obbiettivo», chiosa infine Gizzi, dimostrando come un ragazzo palermitano con un sogno possa coronarlo grazie alla volontà e all’impegno, anche in una città come Palermo.
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