Via Verdi, 7.30. Nella strada che collega i Comuni di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco in una sola ora passano sedici camion. Autocompattatori, mezzi di pulizia, piccoli scarrabili: un flusso inarrestabile che ogni giorno parte alle prime luci dell’alba e va avanti anche fino al tardo pomeriggio. Tutti i veicoli sono carichi della spazzatura proveniente da diverse province della Sicilia. Sono diretti verso la valle che separa le due cittadine, in contrada Valanghe d’inverno, nella discarica della Oikos spa, azienda gestita da tre commissari nominati dalla prefettura di Catania. L’impianto da un anno non ha più i permessi per lo sbancamento, ritirati dalla stessa Regione che di mese in mese autorizza – in condizione di perenne urgenza – lo sversamento.
Domani, a partire dalle 8.30, i cittadini delle due comunità scenderanno in strada per una nuova
manifestazione. Assieme a loro, diverse realtà del territorio e non solo. Dai tre rioni di sbandieratori – Giovani Maestri, Panzera e Vecchia Matrice – all’associazione Rifiuti Zero Sicilia. Dagli scout Agesci ai rappresentanti di Sinistra ecologia e libertà. «La discarica, al centro dell’inchiesta Terra Mia e di cui era prevista la chiusura, è una delle immagini più evidenti del fallimento e dell’incapacità amministrativa della Regione Siciliana sul tema dei rifiuti», afferma il deputato siciliano Erasmo Palazzotto.
Le richieste avanzate sono quelle che i
movimenti No Discarica ripetono da anni: la bonifica dell’impianto ormai chiuso nella contigua contrada Tiritì e la chiusura della discarica di Valanghe d’inverno. La fine degli odori insalubri e dei timori per i potenziali rischi per la salute, insomma. E poi ci sono gli interrogativi – sollevati anche attraverso una lettera aperta diretta al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione – sulla posizione dei tre commissari. Nel documento inviato a Raffaele Cantone i comitati puntano il dito contro Carlo Gualdi, Maurizio Cassarino e Riccardo Tenti. Le domande riguardano la nomina dei tre professionisti, i compensi da loro percepiti, l’attività svolta. Il rapporto tra i commissari e i rappresentanti delle comunità di Motta e Misterbianco si è incrinato irreparabilmente quando, durante l’ultima conferenza dei servizi sulla piano di chiusura – approvato e mai eseguito -, i tre amministratori hanno chiesto di aumentare il livello massimo di rifiuti che è possibile accogliere.
In questi giorni i residenti hanno avviato una campagna di informazione sui social network, coinvolgendo anche bambini di scuole e asili. A loro si è aggiunto anche
il sindaco di Misterbianco, che ha presentato due denunce alla procura, parlando di «una gravissima situazione di disagio ambientale».
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