Discarica Mazzarrà, talpa in commissione ecomafie L’ex senatore «faceva uscire documenti riservati»

«Il senatore Piccioni ha fatto uscire all’esterno un appunto che aveva natura riservata ed era destinato soltanto ai componenti della commissione, un appunto che ebbe a stendere la dottoressa Spinelli per l’audizione di Impregilo». Queste le parole usate da Gaetano Pecorella per aprire la seduta della commissione parlamentare sulle ecomafie del 7 febbraio 2012. Una finestra sui trascorsi dell’allora parlamentare, poi amministratore delegato di Tirrenoambiente, ai domiciliari nell’ambito dell’operazione Riciclo, al pari di Giuseppe Antonioli. In carcere, invece, un altro ex ad di Tirrenoambiente Spa, Pino Innocenti, e Salvatore Bucolo, sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, sospeso dall’incarico dal prefetto di Messina.

Pecorella, all’epoca presidente della commissione, rivela che il gesto di Lorenzo Piccioni è la causa delle dimissioni di Luigia Spinelli. Il magistrato, consulente dell’organismo e artefice delle relazioni su Puglia e Campania, si dimette dopo avere visto nelle mani di un manager di Impregilo un documento riservato, da lei stessa scritto, che sarebbe dovuto servire in vista dell’audizione della società.

Piccioni, geometra 61enne di Soresina (provincia di Cremona), ha seduto a palazzo Madama per quattro legislature. Per tre (dall’8 febbraio 2002 al 14 marzo 2013) ha ricoperto il ruolo di membro della commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. Cosa, quest’ultima, di cui non si fa menzione nel suo curriculum consegnato successivamente a Tirrenoambiente. 

Il 10 giugno 2010, in commissione, ha luogo l’audizione del procuratore distrettuale antimafia di Messina, Guido Lo Forte, sull’inchiesta giudiziaria denominata Vivaio. In particolare, sulla «diretta gestione da parte della mafia di un’attività di smaltimento di rifiuti nella discarica di Mazzarrà Sant’Andrea», gestita da Tirrenoambiente. Lo Forte parla della posizione di Sebastiano Giambò, in quel periodo presidente del consiglio di amministrazione della società mista a prevalente capitale pubblico, recentemente condannato in appello. In quello stesso procedimento viene stralciata la posizione di Innocenti, tra gli indagati di oggi. Il contenuto dell’audizione è talmente delicato che una sua parte non è riportata nei verbali, rimanendo segreta.

A questi fatti segue, nel 2012, la vicenda Spinelli. La questione viene discussa il 7 e l’8 febbraio. «Già in passato – afferma Pecorella, durante la prima seduta – la società Tirrenoambiente venne in audizione portandoci un nostro documento riservato, l’audizione di un prefetto. Evidentemente, qualcuno glielo aveva consegnato». Alessandro Bratti, attuale presidente della commissione, invoca le dimissioni spontanee di Piccioni. «Non è accettabile che si tenti di ostacolare il funzionamento della Commissione», aggiunge Vincenzo De Luca, oggi presidente della Regione Campania. Senza mezzi termini, Daniela Mazzuconi: «Il senatore Piccioni già altre volte, intervenendo anche all’interno di dibattiti che si erano sostanzialmente conclusi tra le parti politiche, ricordo la relazione sulla Sicilia, ha dimostrato di prediligere comunque una certa tipologia di interessi».

L’8 febbraio, Piccioni ammette di avere compiuto una «leggerezza», «forse per un momento non facile». Il documento a uso interno, riguardante attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella regione Campania, fu da lui consegnato all’ingegner Alberto Rubegni, poi ascoltato con Massimo Ponzellini, presidente di Impregilo Spa, il 30 novembre 2011. Il senatore, come fosse un’attenuante, afferma nella circostanza di conoscere Rubegni da 12 anni. 

Il 20 maggio 2013, due mesi dopo aver cessato l’attività in commissione, Piccioni stipula un contratto di consulenza con Tirrenoambiente, poiché «è necessario – si legge nel documento – continuare la collaborazione di quanto in passato è stato pianificato attraverso vari contatti, conoscenze, collaborazioni». All’ex parlamentare vengono riconosciute provvigioni del tre per cento degli importi erogati fino a un milione di euro, del due per cento fino a cinque milioni, dell’1,5 fino a dieci milioni. Il 26 maggio 2014, incassa 86mila euro di commissione relativamente alla transazione con Ato Me 3 del 4 e 18 aprile, a fronte dello smobilizzo di crediti pregressi. Il 31 ottobre 2014, viene nominato amministratore delegato della società.  

Fabio Bonasera

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