Discarica di Collesano, Regione avvia la chiusura «Una sinergia importante, ora servono le risorse»

Sulla paternità dell’azione politica se ne starà a discutere (forse) ancora per molto, ma quel che conta è il risultato: la discarica di Collesano, nel cuore delle Madonie, a breve potrebbe vedere avviati quegli interventi di chiusura e bonifica che il sito attende da decenni. Dopo il caso sollevato all’inizio del mese dal segretario regionale del Pd Davide Faraone, negli scorsi giorni si è tenuto un incontro tra il sindaco Giovanni Battista Meli, il direttore generale dell’assessorato Energia e Rifiuti Salvo Cocina e i dirigenti delle bonifiche Calogero Gambino e Francesco Lo Cascio. Un’iniziativa però, come ci tiene a precisare il primo cittadino, che non sarebbe dovuta all’attivismo dell’ex deputato del Pd ma a un suo impegno in prima persona.

«Avevamo un contatto già aperto e consolidato con l’assessorato – spiega Meli – Inoltre già in occasione del mio precedente mandato, dal 2010 al 2015, avevo subito verificato la situazione della discarica di Collesano. Avevamo portato il progetto preliminare per la totale messa in sicurezza e la chiusura della discarica, ma la Regione aveva accertato che 30 anni fa il sindaco di allora non aveva messo da parte il post mortem, che ho dovuto pagare io. E a quel punto attendevo l’autorizzazione per portare il progetto da preliminare a esecutivo. Poi l’anno scorso, divenuto di nuovo sindaco, ho fatto inserire il sito tra quelli con priorità da bonificare. C’è insomma una sinergia importante».

Il 30 maggio Faraone ha commentato, sulla propria pagina Facebook, l’incontro tra il Comune e la Regione. «Siamo contenti che a Collesano qualcosa si muova – scritto il segretario regionale del Pd – Il nostro obiettivo non è solo la denuncia, ma dare una soluzione ai problemi. Per questo continueremo a vigilare, perché dalle parole si passi ai fatti». Negli scorsi giorni, intanto, sulle Madonie si sono recati i responsabili regionali per le bonifiche, che hanno visitato le discariche di Ottosalme e Gioppo (quella che per comodità viene definita la “discarica di Collesano” è in realtà l’insieme di due siti). Dopo questo passaggio si dovrà dunque definire un percorso di messa in sicurezza e chiusura. Col dirigente Cocina che ha già disegnato una prospettiva futura, ovvero quella di collocare lì un impianto fotovoltaico pubblico e alcune pale eoliche.

Su questo aspetto, però, Meli tira un poco il freno. «Anche dopo la chiusura questi saranno terreni inutilizzabili – afferma -, ecco perché il dirigente pensava a quel tipo di impianti. Io di solito sono contrario alle pale eoliche perché depurtano visivamente il nostro bel paesaggio, ma la zona in questione si ritrova in una zona inaccessibile anche allo sguardo, e molto ventosa. Non è solo dunque un problema di post mortem, servono nuove risorse. La Regione ci ha assicurato che i soldi ci sono, ma serve lavorare in sinergia con gli uffici della programmazione per poter inserire i bandi utili e usare i fondi dell’Unione Europea. In moda da attingere dai soldi comunitari ed evitare che se ne tornino indietro. Il problema non è dei sindaci, insomma».

Tutto è bene quel che finisce bene? Non proprio. Perché Meli torna a punzecchiare l’attivismo da opposizione di Faraone. «Non ha accettato il mio invito, carte alla mano, a confrontarci pubblicamente sulla discarica – ricorda il primo cittadino – Inoltre non è stato capace nemmeno di fare mezzo impianto, quando era al governo nazionale come sottosegretario alla Salute, e con un piede in quello regionale, guidato da Crocetta, in cui però come assessore al ramo c’era l’assessore Vania Contraffatto, che politicamente era una sua creatura».

Andrea Turco

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