«Da oggi la protesta si fa più dura». È il grido dei numerosissimi cittadini accorsi in contrada Armicci a Lentini, dove ieri sono iniziati i lavori per la costruzione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi. A nulla sono valsi gli appelli, gli incontri in Regione, le diecimila firme raccolte per il no alla discarica. E così dopo che ieri alcuni operai avrebbero iniziato a delimitare l’aria del cantiere, il sindaco di Lentini, Saverio Bosco, con un post su Facebook, ha invitato i cittadini e le associazioni del territorio a scendere in campo per «guardare negli occhi» chi vorrebbe «stuprare la nostra terra». E dalle prime luci dell’alba è attivo un sit-in di protesta, composto da un centinaio di persone, che ha impedito il passaggio dei mezzi da lavoro e fatto allontanare la ditta dal cantiere.
«Un’istanza presentata in procura per indagare su autorizzazioni sospette – scrive su Facebook Saverio Bosco – un ricorso al Tar per ridare la possibilità a un territorio di scegliere il proprio futuro, un’istanza di revoca in autotutela per far capire al governo regionale che due arresti per le autorizzazioni ambientali è un record che va attenzionato. Cos’altro deve fare una città per rivendicare il sacrosanto diritto di difendere il proprio territorio?», chiede Bosco. Il primo cittadino si riferisce a Gianfranco Cannova e Mauro Verace, i funzionari della Regione finiti in manette nell’ambito dell’operazione Piramidi che ha portato all’arresto, tra gli altri, degli imprenditori Paratore, i gestori della discarica Cisma di Melilli accusati di essere legati al clan Santapaola. Il primo, per Bosco, «è il funzionario che ha sottoscritto la valutazione di impatto ambientale della discarica Armicci nel 2013», mentre Verace è «colui che l’ha autorizzata». Il sindaco, nei giorni scorsi, ha inviato un’altra istanza di revoca «in autotutela delle autorizzazioni a realizzare la discarica». La prima è stata presentata a settembre, insieme all’esposto in procura a seguito del quale la magistratura ha aperto un’inchiesta per fare luce sul contestato iter organizzativo. Il 6 aprile, invece, il Tar si esprimerà sul ricorso presentato il 5 marzo dalla giunta comunale. Fino ad allora il presidio, organizzato dal coordinamento delle associazioni, con in testa l’amministrazione comunale non placherà le proteste.
«Lentini, con oltre 5400 disoccupati ufficiali, con nuova emigrazione di giovani e meno giovani, con un tasso di crescita demografica bassissimo, con tasso di povertà ufficiale raddoppiato dal 2008 al 2012 vanta anche il triste primato di leucemie infantili, il 30 per cento in più dell’intera provincia di Siracusa», attaccano i manifestanti.
L’area in cui dovrebbe sorgere la nuova discarica si trova a 700 metri dal lago di Lentini, sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale, e a soli 250 metri da una zona archeologica vincolata che confina con i terreni agricoli. «Facciamo appello ai lentinesi che sono ancora a casa, venite qui, non basta partecipare col cuore, ci vuole la presenza fisica. La battaglia è lunga e difficile», commenta Maria che ha aderito alla manifestazione. «Lo stesso appello lo facciamo anche a chi vive nei centri limitrofi, se i popoli sono uniti e compatti, vincono», aggiunge un altro manifestante. Intanto fa discutere anche il presunto ampliamento della discarica di Grotte San Giorgio. Il Comune di Lentini ha depositato il parere negativo nel corso della conferenza dei servizi, convocata ieri dallo stesso Verace. «Non intendiamo assolutamente consentire l’allargamento di una discarica che già ci penalizza parecchio», dice a MeridioNews l’assessore all’Ambiente Santi Terranova.
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